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Domenica, 4 Giugno 2023
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Nuovo dpcm: cosa cambia per scuola, ristoranti e sport

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il dpcm del 18 ottobre, contenente nuove misure per il contenimento della diffusione del Coronavirus

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il dpcm del 18 ottobre, contenente nuove misure per il contenimento della diffusione del Coronavirus.

Dalla stretta sulla movida ai nuovi orari flessibili delle scuole, passando per lo stop agli sport di contatto, partono fino al 13 novembre nuovi limiti per i cittadini. 

Le Regioni avranno senpre modo di disporre ordinanze più restrittive, dunque il Dpcm è nazionale, ma per la Campania l'ultima parola spetta sempre al Governatore Vincenzo De Luca.

Ristoranti e bar

Il nuovo dpcm cambia gli orari per i servizi di ristorazione: bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie. Sono consentiti dalle 5 alle 24 “con consumo al tavolo”, ma ad ogni tavolo ci potranno essere al massimo sei persone. L’apertura è possibile fino alle 18 anche senza consumo al tavolo. Viene sempre consentita la consegna a domicilio, mentre l’asporto è possibile fino alle 24, ma fermo restando il “divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze”. Consentite anche le attività di mense e catering continuativo laddove vengano rispettate le condizioni di sicurezza e il distanziamento di un metro. Gli esercenti dei servizi di ristorazione saranno obbligati a esporre un cartello all’ingresso del locale per indicare il numero massimo di persone ammesse al suo interno contemporaneamente.

Scuola

"Le attività scolastiche continueranno in presenza, è un asset fondamentale per il nostro paese" ha detto Conte. Per le scuole secondarie di secondo grado, verranno favorite modalità più flessibili dell'attività didattica, con ingresso degli alunni dalle 9 e con turni pomeridiani se possibile. E' previsto che le università attuino piani di organizzazione della didattica in funzione delle esigenze formative e dell'evoluzione del quadro pandemico territoriale.

Stretta alla movida

«I sindaci dispongono la chiusura al pubblico, dopo le 21, di vie o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private». Rimane il divieto per le persone di sostare davanti ai locali pubblici. Sarà «il prefetto territorialmente competente ad assicurare l’esecuzione delle misure avvalendosi delle Forze di polizia e delle Forze armate, sentiti i competenti comandi territoriali, dandone comunicazione al Presidente della Regione e della Provincia autonoma interessata». Rimangono le multe da 400 a 1.000 euro per chi non rispetta i divieti. Per i locali pubblici saranno intensificati i controlli con il rischio chiusura se non vengono seguiti i protocolli.

Le regole per le sale giochi e lo stop a sagre e congressi

Le attività di sale giochi e bingo sarà consentita solamente dalle 8 alle 21. Vengono vietate le sagre e le fiere di comunità, mentre restano consentite le manifestazioni fieristiche di interesse nazionale o internazionale se vengono predisposti appositi protocolli. Sospesi anche convegni e congressi, tranne quelli con modalità a distanza. Anche le riunioni della pubblica amministrazione si dovranno svolgere a distanza, mentre viene raccomandato di svolgere persino le “riunioni private” con le stesse modalità a distanza.

Smart working 

L’annuncio del premier conferma che l’obbligo del 75 per cento di lavoro da casa, tanto atteso dai dipendenti pubblici, nel nuovo Dpcm non c’è. Nel testo finale non è specificata la percentuale di lavoratori che devono stare in smart working. Per ridurre i contagi si raccomanda che «le attività professionali siano attuate anche mediante modalità di lavoro agile, ove possano essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza; siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva; siano assunti protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale».

Palestre

Non ci sarà nessuna sospensione. Dopo un «intenso dialogo», per non dire scontro, il governo ha deciso di dare agli esercenti una settimana per adeguare i protocolli e verificarne il rispetto. Fra sette giorni, se le regole di distanziamento e igiene non saranno rispettate anche negli spogliatoi e nelle aree comuni, le strutture verranno chiuse come annunciato da Conte. Resta dunque consentita «l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte presso palestre, piscine, centri e circoli sportivi, pubblici e privati, ovvero presso altre strutture ove si svolgono attività dirette al benessere dell’individuo attraverso l’esercizio fisico, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento».

Stop alle partite di calcetto

Calcio, calcetto, basket, pallavolo e altri sport di squadra «da contatto» praticati da bambini e ragazzi non si fermano, ma le società sportive dovranno cambiare le modalità di allenamento: niente partite. L’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e le attività di avviamento allo sport «sono consentite soltanto in forma individuale e non sono consentite gare e competizioni». Sospese gare e attività connesse «agli sport di contatto aventi carattere ludico-amatoriale». Sarà possibile continuare a svolgere attività sportiva o motoria all’aperto, rispettando la distanza di almeno due metri. Va avanti il campionato di calcio. La presenza del pubblico è consentita «con una percentuale massima di riempimento del 15% rispetto alla capienza totale». Non oltre 1.000 spettatori all’aperto e 200 al chiuso. Palestre e piscine restano aperte, nel rispetto delle distanze e senza assembramenti.

Immuni

Nel decreto ricompare pure Immuni, l'applicazione che dovrebbe tracciare i contagi sfruttando gli smartphone su cui è installata: "Al fine di rendere più efficace il contact tracing attraverso l'utilizzo dell'App Immuni - si legge nel dpcm - è fatto obbligo all'operatore sanitario del Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale, accedendo al sistema centrale di Immuni, di caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività".

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