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Miniquarantena per gli asintomatici, la richiesta delle Regioni: "Via dal conto dei nuovi casi”

Alcune Regioni preparano una lettera per il ministero e l'Istituto superiore di sanità dove si chiede di considerare casi solo i sintomatici e di togliere il tampone di fine quarantena per chi non ha sintomi

Con 200mila casi al giorno, il tracciamento è saltato ovunque. Per questo alcune Regioni stanno preparando una lettera per il ministero e l’Istituto superiore di sanità dove si chiede di cambiare alcune misure. E cioè di considerare casi solo i sintomatici, di togliere il tampone di fine quarantena per chi non ha sintomi e rivedere le regole per le scuole elementari.

"Per come la vedo io - dice Alessio D'Amato, assessore alla Salute del Lazio - dovremmo fare come negli Usa, dove i Centri per il controllo delle malattie hanno detto che il positivo asintomatico, se ha la terza dose, non deve fare la quarantena. In questa fase dobbiamo semplificare".

Gli assessori alla Salute delle Regioni punterebbero dunque a modificare la definizione di caso, che andrebbe allineata alle prese di posizione dell’Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie: va ufficializzato quando c’è la positività al tampone ma anche dei sintomi o comunque segni compatibili con il Covid. "Se passa l’idea delle Regioni - scrive Repubblica -  i casi del conteggio giornaliero sarebbero solo quelli delle persone sintomatiche, che oggi rappresentano una minoranza, circa il 30% dei positivi. Grazie al vaccino infatti è diventato molto alto il numero di coloro ai quali l’infezione non dà alcun problema. Si tratterebbe di un cambiamento diverso rispetto a quello proposto da chi vorrebbe eliminare il bollettino giornaliero dei casi, semmai limitandolo a un conto settimanale".

La Lombardia partirà già domani e le altre Regioni, Piemonte in testa, sono pronte a seguirla, scorporando dai ricoveri Covid quel terzo di pazienti entrati per altre patologie che hanno scoperto di essere positivi con il tampone di ingresso negli ospedali. Una mossa che allontanerebbe in un sol colpo lo spettro del passaggio in arancione. "La Regione Lombardia - si specifica in una nota - sarà in grado di distinguere all'interno dei "ricoveri Covid positivi" dei propri ospedali, quali ricoveri afferiscono direttamente a una patologia "Covid-dipendente" (polmoniti e gravi insufficienze respiratorie) e quali invece si riferiscono a pazienti ospedalizzati per altre patologie e poi riscontrati positivi al tampone pre-ricovero". Dunque, chi entra in ospedale con una patologia primaria preponderante e in seguito a tampone viene trovato positivo al coronavirus ma non ha insufficienza respiratoria, non sarà più conteggiato tra i positivi. Ma servirebbe uniformità sul territorio nazionale, altrimenti il caos è davvero dietro l'angolo. Non a caso, nonostante la volontà di "dare una rappresentazione più realistica e oggettiva della pressione sugli ospedali causata dal Covid", per ora, non avendo ancora ricevuto nuove indicazioni in tal senso dal Ministero, dalla Lombardia "il flusso trasferito sarà ancora "unico", privo quindi della distinzione sopra specificata". Insomma, siamo ai preliminari. 

Le Regioni chiederanno anche di smettere di connteggiare come caso Covid chi viene ricoverato per un’altra patologia e poi scopre di essere positivo grazie ai controlli dei reparti. Se tali pazienti non verranno contegiati per le soglie che portano ai cambi colore, la zona arancione e rossa si allontanerebbe per tutta Italia.

Su posizioni simili il governatore della Toscana, il Pd Eugenio Giani. "L’ipotesi – osserva – va nella direzione per la quale in Toscana abbiamo fatto le tre ordinanze di semplificazione". "La proposta di liberare dopo 5 giorni i positivi senza sintomi – osserva da parte sua l’assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini – è assolutamente condivisibile".

Invoca la semplificazione pure il governatore ligure Giovanni Toti, che parla di "pandemia burocratica". "Il governo – propone – decida al più presto di tamponare solo i sintomatici, altrimenti non saremo travolti dai malati, ma dalle carte e dai tamponi".

Non si è invece espresso il presidente della Campania Vincenzo De Luca che però in in conferenza delle Regioni ha invece spinto molto – dopo la battaglia persa con il governo sull’ordinanze con le quali disporre la dad – per ottenere che anche le regioni in arancione (e non solo quelle in rosso) possano decidere la didattica a distanza. Ma altri governatori hanno frenato. 

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