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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Mezza Italia a rischio zona arancione da lunedì, cosa accadrà alla Campania?

Nove regioni possono finire in lockdown a partire dall'11 gennaio con l'ordinanza del ministero dopo la modifica dei parametri

Ci sono nove regioni a rischio zona arancione da lunedì 11 gennaio e la ragionevole certezza che il nuovo Dpcm in arrivo entro il 15 gennaio confermerà la stretta per tutta Italia. Mentre il bollettino dell'Epifania lancia segnali allarmanti sull'andamento dell'epidemia di coronavirus: il contagio cresce in tutta Italia e i casi gravi sono in aumento al Sud. 

Da lunedì e la stretta nel nuovo Dpcm

Non è una bella prospettiva quella che apre il 2021 del governo di Giuseppe Conte, alle prese intanto con la crisi interna alla sua maggioranza, con il rimpasto dell'esecutivo e le minacce di caduta. Ma le problematiche della politica passano necessariamente in secondo piano di fronte all'emergenza Covid-19, che ieri ha visto numeri in salita: 20.331 i positivi in più su base giornaliera con il tasso di positività stabile all'11,4% come martedì (ma con le persone testate per la prima volta, che ieri sono state 75.719, sale al 26,8%), e 76877 vittime. Ieri si è registrato un forte aumento del numero di tamponi effettuati (43mila in più), che in parte spiega la crescita dei contagi insieme allo shopping del periodo pre-festivo (gli effetti del decreto n.172 e delle deroghe e delle scappatoie per vedere parenti e amici verranno conteggiati più in là).

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Aumento dei positivi nell'intero Paese 

Intanto però nell'ultima settimana, segnala il dottor Paolo Spada su Pillole di Ottimismo, l'aumento dei positivi è del 28% nell'intera penisola. I valori più elevati tra le regioni si riscontrano in Abruzzo (+82,4% negli ultimi sette giorni rispetto ai sette precedenti), Sicilia (+66,5%), Basilicata (+60,1%), Bolzano (+45,6%), Lombardia (+45,3%), Campania (+41,9%), Marche (+37,3%), Emilia Romagna (+33,7%), Lazio (+32,5%). L'incidenza su base nazionale è di 196 nuovi positivi ogni 100mila abitanti in 7 giorni (eravamo a 150 alla fine di dicembre). I valori più elevati sono in Veneto, con 503 casi, seguono Friuli-Venezia Giulia (307), Emilia-Romagna (297), e la provincia autonoma di Trento (256). L'incidenza più bassa è in Toscana, con 84 casi.

Per effetto del decreto legge n.1/2020 5 gennaio dall’11 al 15 l’italia torna a dividersi per fasce di colore.

Con l’indice di contagio Rt sotto l’1 le regioni restano in fascia gialla, con l’Rt pari a 1 si va in fascia arancione e con l’Rt pari a 1,25 si va in fascia rossa. In ogni regione, i governatori potranno firmare ordinanze più restrittive rispetto a quelle del governo su scuola, negozi e spostamenti. Tra oggi e domani è atteso il report dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute che sarà stilato in base alle nuove regole, ma attenzione: la Cabina di Regia Benessere Italia valuta Rt con riferimento ai numeri di una settimana prima. Secondo i pronostici del fisico Roberto Battiston l'Rt di tutta Italia per la settimana di riferimento dovrebbe essere a 0,99 (ad un soffio, quindi, dalla soglia che fa scattare la zona arancione). E questo non potrà che rendere complicato agire dal punto di vista politico in quelle regioni dove la crescita dei numeri nell'ultima settimana è stata più alta rispetto a quella precedente, come il Lazio. Il rischio, insomma, è che si intervenga quando ormai è troppo tardi.

Mezza Italia in zona arancione da lunedì e lo stato d'emergenza da prorogare

Il professor Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute e docente di Igiene e Medicina preventiva alla Cattolica di Roma, in un'intervista rilasciata oggi al Messaggero si dice a favore della proroga dello stato d'emergenza fino al 31 luglio ma spiega proprio che bisogna anticipare il coronavirus, non andare all'inseguimento delle curve in crescita: "Questo stato di emergenza per altri sei mesi è necessario ma va colto in funzione dell’evidenza scientifica che ci dice una cosa ormai chiara: le misure per fermare la trasmissione di Sars-Cov-2 vanno mantenute in maniera coordinata sul territorio italiano e in modo comprensibile ai cittadini. Bisogna cercare di anticipare il virus, non inseguirlo. La sfida di oggi è questa e noi non ci stiamo riuscendo. Le istanze che, come scienziati, rappresentiamo al ministro della Salute e che lui a sua volta rappresenta al Parlamento scontano dei compromessi al ribasso che non riescono a gestire questa situazione. I provvedimenti vanno presi nella maniera giusta al momento giusto".

Le regioni a rischio secondo il Corriere della Sera

Ciò nonostante, mezza Italia, pronostica oggi il Corriere della Sera, potrebbe ritrovarsi in zona arancione da lunedì 11 gennaio. Ma indica come a rischio quelle segnalate nello scorso report, ovvero Veneto, Liguria e Calabria "con Rt maggiore di 1 anche nel valore inferiore", Basilicata, Lombardia e Puglia che "lo superano anche nel valore medio" ed Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Marche che "lo sfiorano". Nel frattempo però, fa sapere sempre il quotidiano, appare migliorata la situazione di Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Campania, quasi certamente in fascia gialla così come il Molise. A rischio invece è il Lazio, con l'assessore alla Sanità Alessio D’Amato che parla di "peggioramento della curva per cui occorre massimo rigore e cautela". Rt sotto l’1 ma di pochissimo e per questo potrebbe arrivare domani il passaggio in arancione. 

Il bollettino di ieri in Campania segna un calo dei contagi, rapporto positivi-test al 7,93%

Torna a calare la curva dei contagi da Coronavirus in Campania: ieri il virus fa registrare 1.366 positivi su 17.212 tamponi effettuati, 678 in più di martedì, ma con 9.787 tamponi in più processati. In percentuale, significa che è positivo il 7,94% dei test, quasi due punti in meno del 5 gennaio uando l'indice di contagio era al 9,26%. Di tutti questi nuovi contagiati, 1.294 sono asintomatici e solo 72 presentano sintomi. 

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