rotate-mobile
Attualità

MAPS: "Borsellino non è morto, le sue idee camminano sulle nostre gambe"

Il Movimento Attivo Politico e Sociale ricorda la strage di Via D'Amelio a trent'anni di distanza

Il 19 luglio di trent’anni fa veniva ucciso il magistrato Paolo Borsellino.

Trent’anni senza verità. Trent’anni senza giustizia. Ancora peggio: trent’anni con una verità parziale che nega la giustizia, mentre il tempo ne cancella le tracce.

La strage di via d’Amelio resta una ferita per l’Italia, uno dei grandi misteri della nostra storia.

Il percorso di vita di alcune persone può lasciare in eredità ai posteri tante cose.

Bisognerebbe ringraziare Paolo Borsellino e tutti gli uomini che hanno lasciato in “eredità“ alla società il loro impegno, le loro idee, il loro sacrificio.

Dai filmati, nelle interviste, negli scritti si poteva quasi “toccare” la passione e lo spirito che uomini come Borsellino mettevano nel loro lavoro, anzi nella loro Missione.

Dallo sguardo di alcune persone si possono imparare tante cose.

In quello del magistrato Borsellino vi si poteva leggere la passione, lo spirito di abnegazione, il senso di Giustizia.

Spesso pensiamo che non avrebbe senso spendere il nostro tempo, le proprie energie per gli altri, per la comunità.

La testimonianza di vita di Borsellino è la dimostrazione che la missione della vita di ognuno di noi dovrebbe essere, viceversa quella di “spendersi” per gli altri.

Perché potremmo essere non compresi, potremmo “faticare” tanto, potremmo avere seccature e problemi, potremmo anche perdere la vita, ma lo faremmo per gli altri.

Come Paolo possiamo sognare di essere un esempio per le persone, sognare di lasciare del buono nel mondo.

Bisognerebbe sognare, perché come quelle di Paolo e di Giovanni, un giorno potrebbero essere “le Nostre Idee a camminare sulle gambe di altri Uomini”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

MAPS: "Borsellino non è morto, le sue idee camminano sulle nostre gambe"

AvellinoToday è in caricamento