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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Le associazioni di categoria della riabilitazione si autoconvocano in Regione

La decisione è stata assunta dopo il mancato riscontro alla loro richiesta di essere convocati dai dirigenti regionali

Le Associazioni rappresentative del comparto della riabilitazione sociosanitaria e fisioterapica in  Regione Campania, non avendo ottenuto alcun riscontro in merito alla loro accorata richiesta di essere convocati dai dirigenti regionali per trovare una soluzione condivisa, rispetto alla condizione  di “malaburocrazia” si sono autoconvocate martedi 12 luglio, presso gli uffici regionali del  Centro Direzionale.
La difficile e a tratti grottesca situazione causata dall’alternarsi di decreti e delibere regionali che riconoscendo la disponibilità e l’impegno delle strutture territoriali riabilitative, sociosanitarie e fisioterapiche affinchè le persone con disabilità continuassero ad avere i loro servizi (in Campania  sono stati riaperti il 2 maggio 202, prima di qualsiasi altra regione non ricorrendo alla cassa integrazione), prima hanno previsto misure di compensazione rispetto ai costi sostenuti durante il periodo più critico della pandemia, per poi fare un netto dietrofront revocando i ristori mettendo in ginocchio i Centri di riabilitazione, le strutture sociosanitarie ed i presidi di fisiochinesiterapia che convintamente avevano aderito al programma “La Campania riparte“. 
Condizione ancora più critica si registra per i presidi di fisioterapia che non hanno ottenuto alcuna misura compensativa, rispetto a quelle previste per i centri di riabilitazione sociosanitaria, per lenire gli effetti di un ingiustificato dietrofront della Regione e che, tra l’altro, non sono state ancora attuate.
Siamo stati costretti a richiedere audizione anche alla quinta commissione sanità, a ricorrere ai Prefetti, informando persino la stessa Corte dei Conti ed il Garante dei diritti dei cittadini campani e dei disabili, ma a tutt’oggi nessuna risposta da parte delle istituzioni, denuncia Antonio Gambardella dell’AISIC, con le Asl che sono allo sbando e bloccano i saldi delle fatture del 2020 e del 2021 che per noi sono vitali, mentre Salvatore Parisi del Coordinamento regionale ANFFAS evidenzia il distacco tra la politica che in piena pandemia ha sollecitato e ottenuto l’impegno delle strutture sanitarie pubbliche e accreditate e chi è deputato a governare la sanità regionale che dimostra la scarsa attenzione nel leggere il contesto e poca sensibilità verso i bisogni delle persone con disabilità. Con l’adesione al Decreto “La Campania riparte”. La ricaduta di questa situazione di incertezza sui nostri bilanci aziendali è drammatica specialmente per le strutture che hanno investito o dovranno investire in innovazione ed adeguamenti strutturali e tecnologici, commenta Bruno Pizza dell’ANPRIC. Il Decreto Dirigenziale “la Campania riparte”, pur concepito in una condizione di emergenza, è stato prontamente pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regione Campania e nella sezione Casa di vetro, convintamente applicato da tutte le nostre strutture no profit, commenta Pasquale Accardo dell’ARIS ed i ristori ricevuti non sono bastati neppure per pagare i contributi e gli stipendi a tutto il personale e per far fronte alle enormi spese sostenute per riaprire in sicurezza  le nostre strutture. Silvana Papa della CONFAPI evidenzia che le ASL sono in attesa da mesi di indicazioni più chiare sulle misure compensative che dovrebbero far concludere alle stesse ASL le  contabilità degli anni 2020 e 2021, rimaste pericolosamente sospese. Infine Mauro Mastroberardino di NOVACAMPANIA esterna tutta la sua delusione sulle promesse non mantenute da parte della Regione che in sede di trattative ha più volte tranquillizzato i rappresentanti delle Associazioni su un percorso di compensazione rapido, fluido e non penalizzante per nessuno. E' successo giusto il contrario!

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