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Irpinia emarginata e fuori gioco: la denuncia dell'associazione “Controvento”

"Il mutismo dei consiglieri regionali di maggioranza, le lentezze del sindacato: e l'Irpinia è emarginata e fuori gioco nel piano nazionale di ripresa e resilienza"

Erano i primi giorni del mese di marzo quando le associazioni “Controvento”, “Avellino Prende parte” e “Sardine d’Irpinia” denunciavano in una nota e attraverso un manifesto murale che “la provincia di Avellino è assolutamente messa ai margini dagli indirizzi di sviluppo che la Regione Campania si è data e relegata in una posizione di scandalosa irrilevanza dal documento “Next Generation Campania” che la presidenza della giunta regionale della Campania ha inviato al governo centrale per concorrere a costituire il Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Oggi, “Controvento” prende atto che anche Cgil, Cisl e Uil condividono questa amara verità: per altro, i rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali parteciparono all’intensissimo ciclo di consultazioni che “Controvento”, “Avellino Prende Parte” e “Sardine d’Irpinia” avevano svolto dal mese di gennaio e che ha prodotto il documento “Irpinia Next Generation”, finora l’unico momento di riflessione, confronto e proposta che questa provincia abbia realizzato sui temi della ripresa dopo la pandemia da Covid-19.

Oggi come allora, l’associazione “Controvento” rileva il mutismo soprattutto dei consiglieri regionali di maggioranza -  Vincenzo Alaia, Livio Petitto e Maurizio Petracca – e dei rappresentati delle forze politiche specie del centrosinistra. Se dopo quattro mesi il loro silenzio appariva grave, oggi è più che sconcertante perché nelle 6 missioni per la crescita e lo sviluppo in cui il testo regionale è articolato, la provincia di Avellino ha una collocazione inevitabilmente destinata alla irrilevanza. l’Irpinia è mortificata e le zone interne nel loro complesso avvilite.

“Controvento” ribadisce la necessità di opporre a tale atteggiamento un forte disegno di prospettiva, in grado di costruire una nuova fase per la provincia di Avellino che parta da una valutazione attenta e precisa degli effetti dei traumi prodotti dalla pandemia nei luoghi più fragili della Campania. Per uscire da quello che a marzo veniva definito “il tempo morto della politica” è indispensabile che le forze sane della politica, della società, del mondo del lavoro e dell’associazionismo definiscano le linee di un fronte unitario e combattere una battaglia decisiva per questa terra.

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