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Invasione di cinghiali: le richieste dei viticoltori irpini

Il fenomeno è diventato insostenibile, il Consorzio di Tutela ha richiesto un urgente e radicale intervento da parte della Regione Campania

Gli agricoltori irpini hanno avviato una mobilitazione contro le devastazioni causate dall’invasione di cinghiali tra vigneti, campi coltivati e centri abitati.

Negli ultimi tempi, anche a causa delle avversità climatiche estive e dell’impossibilità di condurre battute di caccia al cinghiale per le restrizioni pandemiche, si è avvertito in modo maggiore il già noto e dibattuto problema della proliferazione degli ungulati in ambito regionale e provinciale e delle conseguenze che si registrano rispetto alla salvaguardia dell’equilibrio dell’ecosistema, in specie del patrimonio faunistico, del settore agro-ambientale, ma anche dei riflessi del fenomeno sulla pubblica incolumità, visti gli ormai frequenti episodi di minaccia alla sicurezza delle persone presso i centri abitati.

Il fenomeno, inoltre, pone a rischio la vendemmia in fase di avvicinamento e la raccolta delle pregiate uve, inficiando in tal modo, l’intero processo produttivo di trasformazione e commercializzazione che da esso ne deriva.

Il Consorzio di Tutela ha richiesto pertanto, un urgente e radicale intervento da parte della Regione Campania, che mostri attenzione per l’incolumità delle popolazioni locali, la tutela del mondo animale, nonché la doverosa tutela degli interessi degli operatori della filiera vitivinicola.

Non risolvendo nulla la complessa e inadeguata soluzione dell’indennizzo: urge rendere operative le norme esistenti in chiave di salvaguardia dell’ecosistema e delle esigenze di tutela del contesto antropico.

Ecco le misure già in essere da applicare:

  • predisporre da parte della Regione Campania tutti gli atti utili a rendere operativi i sistemi di intervento previsti con particolare attenzione al potenziamento del ruolo degli Uffici e del personale diretto o di riferimento incaricato;
  • autorizzare, attraverso disposizioni chiare ed essenziali che si attengano alla cornice dettata dalla giurisprudenza in materia, l’abbattimento controllato e strettamente necessario dei cinghiali, effettuato anche dai proprietari – muniti di apposita abilitazione e autorizzazione venatoria – dei fondi agricoli soggetti a devastazione da parte degli ungulati;
  • valutare l’opportunità di un’estensione del calendario venatorio per un periodo strettamente utile all’avvio di una nuova fase di riequilibrio.

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