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"Giovani delle aree interne e turismo sostenibile": una giornata di studi e riflessioni all'Archivio di Stato

Tantissimi i temi affrontati: dai giovani alle infrastrutture ferroviarie, passando per la promozione turistica ed enogastronomica del territorio irpino

Presso l'Archivio di Stato, ubicato nell'Ex Carcere Borbonico di Avellino, si è tenuta la giornata di studi e di riflessioni dal titolo "Giovani delle aree interne e turismo sostenibile in aree protette".

Nacca: "Necessari servizi basilari che possano dare futuro a questa provincia"

Pasquale Luca Nacca, dell'associazione "Insieme per Avellino e l'Irpinia", spiega i dettagli della giornata odierna: "Con questo convegno, cercheremo di tirare le somme riguardo al lavoro che ha visto coinvolte tante realtà, tra cui anche gli studenti della Facoltà di Sociologia e di Scienze delle Relazioni Sociali dell'Università Federico II di Napoli e i ragazzi di Give Back, un progetto Erasmus che ha preso piede a Castelvetere sul Calore e che ha visto, tra giugno e luglio, una folta partecipazione di persone. Sono emersi spunti molto interessanti e non escludo la possibilità di stendere giù un documento che sarà diramato nei prossimi giorni, in cui verranno elencati i punti di rilancio di questa terra".

Un rilancio che deve andare di pari passo con alcuni importanti settori affetti da tantissime criticità: "I giovani non devono essere costretti a partire, ma devono rimanere con grande piacere in questa terra. Per questo motivo, ritengo che ci debbano essere servizi basilari: la sanità è uno di quelli principali, l'emergenza del Pronto Soccorso al Moscati è stata una delle criticità maggiori; anche nei trasporti bisogna fare ancora tanto. Questi servizi devono funzionare affinché possano dare un futuro a questa provincia e per evitare che si possano aprire scenari poco felici".

I ragazzi di Give Back: "Vogliamo che in ogni discussione politica, dal locale fino all'europeo, venga messa al centro la questione delle aree interne"

Tra i protagonisti della tavola rotonda, anche i ragazzi di Give Back: progetto Erasmus+, nato a Castelvetere sul Calore e che ha dato vita, nello scorso luglio, a una Summer School alla quale hanno preso parte 50 ragazzi di età compresa tra i 18 ed i 30 anni, con l'obiettivo di creare un Manifesto dei giovani delle Aree Interne, pubblicato online lo scorso 15 settembre. "Abbiamo lanciato dei semi per moltiplicare la discussione anche nei mesi futuri" afferma Roberto Sullo. "In qualità di Give Back, vogliamo far sì che, nel dibattito delle istituzioni politiche di ogni livello, dal locale fino all'europeo, venga messa al centro la questione delle aree interne e, quindi, delle problematiche che attanagliano le nostre comunità".

"Già nella prima edizione del progetto è emerso che i problemi delle aree interne sono un po' gli stessi in tutta Italia. Spesso, a dispetto di quanto erroneamente si pensa, questi problemi includono anche alcune aree costiere" sottolinea Alfonso Maria Gallo. "Le principali sofferenze si hanno sul piano dei trasporti e sulle infrastrutture digitali, le due basi per permettere anche lo sviluppo di qualsiasi altro tipo di ragionamento. Esistono, oggi, degli strumenti per agevolare l'imprenditoria giovanile: qualcosa che, soprattutto al Sud, sembra essere ancora lontana dalla percezione comune di opportunità. Ed è un peccato perché, per quanto difficile la strada dell'imprenditoria, qui al Meridione si può accedere a tutta una serie di agevolazioni, bandi e progetti. Incontri come quelli di Give Back o quello di oggi permettono non solo di imparare dai successi, ma anche dai fallimenti".

"Il digitale e la progettazione europea sono due risorse fondamentali per i giovani di oggi" sostiene Federica Caprio. "Il primo accorcia le distanze tra centro e periferia, mentre il secondo consente anche a quei luoghi, cosiddetti 'marginali', di generare opportunità di crescita e sviluppo".

Rosa e Calabrese (Svimar): "La questione meridionale deve tornare nell'agenda del dibattito politico, le ferrovie possono essere volano di un futuro sviluppo"

Tra gli argomenti più importanti, dunque, il tema delle infrastrutture che, specialmente in Irpinia, sembra essere rimasto all'anno zero. "Non dobbiamo abbassare la guardia, lo sviluppo del Mezzogiorno passa attraverso la valorizzazione delle risorse di cui disponiamo e la risorsa fondamentale è rappresentata dai giovani" dichiara Giacomo Rosa, presidente Svimar. "Educarli e prepararli a utilizzare ciò di cui disponiamo è fondamentale. Abbiamo un patrimonio storico, artistico, paesaggistico e architettonico di rara bellezza. La questione meridionale deve tornare nell'agenda del dibattito politico e va affrontata con determinazione. La spinta può arrivare dal basso, dall'associazionismo e dal volontariato. Occorre anche un aspetto molto più profondo da un punto di vista culturale: ognuno è artefice del proprio destino. In qualità di Svimar, abbiamo elaborato la Carta di Candela, un elenco di 13 punti per discutere su questioni quali la digitalizzazione e il divario tra Nord e Sud".

E, tra le varie infrastrutture, un occhio di riguardo va sicuramente a quelle ferroviarie. "I trasporti su ferro possono essere il volano di un futuro sviluppo in tutti i settori, non per ultimo industriale e turistico" evidenzia Pietro Calabrese, vicepresidente Svimar e presidente del Comitato Ferrovia Eboli-Calitri. "L'Irpinia sarà toccata ai margini da due linee ferroviarie importanti: una è la Napoli-Bari, che passerà per Benevento, molto vicina ad Avellino, e per la Valle dell'Ufita; l'altra riguarda il 'Lotto 0', così come ribattezzato dai tecnici della RFI, al momento sospeso, che va dalla zona di Sarno fino a Eboli. La città capoluogo dovrà connettersi con queste due linee per permettere ai suoi cittadini di andare sia al Nord, sia in Sicilia. In particolare, l'Avellino Rocchetta-Sant'Antonio si interseca con la Eboli-Calitri: con la realizzazione della bretella atta a collegare Contursi e Conza, si darebbe linfa a una linea storica, ma poco frequentata per motivi ben noti".

"L'Università può dare un notevole contributo, importante offrire un territorio sano dal punto di vista ambientale"

Un altro importante progetto di studio sulle aree interne ha visto coinvolti, in sinergia, gli studenti dell'Università Federico II di Napoli e il Parco Regionale del Partenio. "Abbiamo portato l'esperienza di una scuola estiva, di studio dei territori e di conoscenza" afferma la Prof.ssa Anna Maria Zaccaria, docente di Sociologia dell'Ambiente e del Territorio presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Ateneo partenopeo. "Non si può agire all'interno dei territori, senza dapprima conoscerli. Con i partecipanti alla scuola, abbiamo lavorato sulla sentieristica, sui rapporti tra i sindaci dei comuni del Partenio e abbiamo immaginato anche delle opportunità realizzabili, con il ricorso alle moderne tecnologie. L'Università, in tal senso, può dare un notevole contributo di studio, ricerca, analisi e progettazione. Ma è chiaro che se non c'è la risposta del territorio, in grado di tradurre tutto ciò in politiche sul territorio, soprattutto sul turismo, non si possono innescare meccanismi virtuosi".

"Uno dei primi obiettivi è quello di offrire un territorio sano dal punto di vista ambientale" dichiara Franco Iovino, presidente del Parco del Partenio. "Un territorio sano non fa soltanto bene alla salute, ma è anche generatore di economia, attraverso la bellezza, la natura, il paesaggio. I visitatori che, dopo la pandemia, si sono mostrati più sensibili rispetto a queste aree, cercano un territorio sano, sicuro e che abbia servizi, ciò che, purtroppo, manca".

"Per entrambi i progetti didattici, abbiamo riscontrato un solo scollamento tra la didattica, l'applicazione delle analisi sul territorio e il mondo del lavoro" fa notare Emilia Bonaventura, guida turistica molto attiva sul territorio irpino. "Chi lavora nel turismo ha il polso della situazione, quindi monitora il territorio costantemente". 

Acone (Città del Vino): "Incontri come questi possono aiutare il territorio a generare pacchetti turistici e itinerari enogastronomici"

Un futuro, infine, che non può non passare per la promozione del ricchissimo patrimonio enogastronomico. "Incontri come questi possono dare una mano al territorio per generare pacchetti turistici e itinerari volti alla scoperta delle eccellenze della nostra terra" conclude Teobaldo Acone, ambasciatore delle Città del Vino. "Il nostro laboratorio per la promozione del territorio vitivinicolo irpino, organizzato a Montefalcione, ne è solo un esempio. Bisogna soltanto essere in grado di mettere insieme queste idee al fine di presentare un progetto globale che inglobi non solo il turismo classico, ma anche quello enogastronomico".

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