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Il flop del bando della Campania, rispondono solo 165 medici su 450: ecco perché

L'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha spiegato che il bando esclude gli stranieri con permesso di soggiorno

Sono 165 i medici che hanno risposto all'appello della Protezione civile. Dopo le richieste del governatore della Campania Vincenzo De Luca di medici e rianimatori per far fronte all'emergenza da coronavirus, sono 165 le domande arrivate al Dipartimento della Protezione Civile nella “call” riservata al reclutamento di 450 medici: 27 anestesisti, 20 infettivologi, 38 pneumologi e 80 medici di chirurgia. 

Secondo l' Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri la causa di questa carenza di risposte è da ricercare nei requisiti necessari per partecipare al bando. Trai requisiti i candidati devono essere in possesso della cittadinanza italiana ovvero cittadinanza di uno degli Stati membri dell’Unione Europea. 

Dunque un imponente forza lavoro composta da operatori sanitari stranieri è stata esclusa. 

Le dichiarazioni dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri

"In queste ore abbiamo inviato un parere legale al Ministero della Salute e alla Conferenza Stato-Regioni per evidenziare come sia illegittima l’esclusione di medici e infermieri privi di cittadinanza italiana dai concorsi indetti per far fronte alla pandemia Covid 19. Il cosiddetto decreto Cura Italia aveva già sospeso il requisito della cittadinanza italiana per partecipare ai concorsi mirati a rafforzare l’organico di medici e infermieri della sanità pubblica - dichiara in una nota Triantafillos Loukarelis, direttore dell’Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

A seguito delle segnalazioni pervenute al nostro ufficio, che raccontano di alcune Asl che hanno indetto concorsi aperti solo a professionisti con la cittadinanza italiana, abbiamo redatto uno specifico parere legale – ha spiegato – evidenziando anche la contraddizione fra la necessità di dotare del più ampio numero di medici e infermieri il nostro sistema sanitario nazionale e l’esclusione dai concorsi, banditi dai servizi sanitari locali, di professionisti non in possesso di cittadinanza italiana ma regolarmente soggiornanti in Italia. Per queste specifiche motivazioni, nell’ottica di una proficua collaborazione fra istituzioni nella lotta per l’emergenza Covid – continua Loukarelis – auspichiamo che Ministero della Salute e Regioni possano attingere dalle indicazioni contenute nel parere legale aprendo tempestivamente i relativi bandi anche ai medici e al personale sanitario in possesso di permesso di soggiorno”. 

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