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Venerdì, 29 Marzo 2024
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I protagonisti della filiera vitivinicola irpina insieme per sostenere l’introduzione di nuovi vitigni resistenti

Picariello: “Diamo maggiore impulso alla ricerca”

I protagonisti della filiera vitivinicola irpina uniscono le forze per verificare la sostenibilità dell’introduzione di nuovi vitigni resistenti sul territorio provinciale. Il presidente dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Avellino, Ciro Picariello, auspica una stretta collaborazione. In tal senso, è stato organizzato un convegno con docenti universitari, esperti e operatori del settore.

“E’ necessaria una collaborazione ancora più fattiva tra l’Ordine, gli enologi e il Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia. Con loro, che sono i maggiori attori del settore, stiamo verificando la sostenibilità ad introdurre nuovi vitigni resistenti e la possibilità di dare un maggiore impulso alla ricerca anche con i vitigni irpini. Attività che già è iniziata da alcuni anni. In un prossimo futuro potremmo già avere dei risultati positivi – spiega Picariello - La sperimentazione si rende indispensabile perché negli ultimi anni i cambiamenti climatici hanno costretto i viticoltori a trattamenti ripetuti con maggiori costi e un forte impatto ambientale. Per cui l’introduzione di nuovi vitigni resistenti alla peronospora e all’oidio non solo è auspicabile, ma in un futuro molto vicino sarà indispensabile”, conclude Picariello.

Al convegno è stata registrata una notevole partecipazione. Un tema di grande attualità e di grande importanza che ha visto gli attori e i professionisti della filiera vitivinicola irpina, Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Avellino, Assoenologi Campania, Consorzio di Tutela Vini D’Irpinia, discutere insieme per conoscere, condividere e confrontarsi sulla tematica dei vitigni resistenti. “I vitigni resistenti offrono la possibilità di gestire alcune malattie molte dannose per la vite, producendo uva e riducendo drasticamente il numero di trattamenti in vigna. Nulla di cui aver paura ormai sono una realtà. In molte parti del mondo già si producono uve da cui si ottengono vini che vengono imbottigliate e bevuti da tutti noi”, evidenzia Antonio Capone, vice-presidente dell’Ordine degli Agronomi.

Oltre a Picariello e Capone, si sono confrontati il vice-presidente Assoenologi Campania, Massimo Di Renzo; il presidente del Consorzio di Tutela Vini D’Irpinia, Stefano Di Marzo; Luigi Frusciante professore di Genetica Agraria del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”; Cesare Tiberio, responsabile per il Centro-Italia dei Vivai Cooperativi Rauscedo; l’enologo Asia Khafizova, grape breeding project manager dei Vivai Cooperativi Rauscedo.

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