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Erminio Petecca candidato al Consiglio nazionale degli Architetti

Petecca: "Un consigliere nazionale deve farsi carico delle istanze che interessano l’intera categoria su scala nazionale"

Il presidente Petecca, candidato al rinnovo del Consiglio nazionale degli Architetti che si terrà il prossimo 15 marzo, è intervenuto alla presentazione dei candidati con il seguente messaggio:

Sono giorni che penso all’opportunità di candidarmi alle elezioni del consiglio nazionale degli architetti. Sono giorni che cerco con tensione una risposta. Anche se è vero che con il mio consiglio abbiamo amministrato bene l’ordine territoriale di Avellino in questi quattro anni e tutti ce lo riconoscono, ma è motivo sufficiente per proporsi ad amministrare in un consiglio nazionale? Un consigliere nazionale dovrebbe rappresentare circa 10.000 architetti a testa (150.000 per 15 consiglieri), sarei in grado o è solo eccesso di presunzione? Certo mi sarebbe piaciuto portare avanti le istanze e far conoscere le bellezze di una delle province della terra dell’osso, come la definiva Rossi Doria. Avellino una provincia della Campania, purtroppo la regione che, spesso a disprezzo, viene identificata con la terra dei fuochi, con il malcostume, l’arroganza e la prepotenza. La terra dei pulcinella e dei triccaballacche o dell’ammuina. Non è così, la regione è fatta anche, vivaddio, delle aree interne dove c’è ancora il rispetto per l’ambiente, dove si vive il territorio nella consapevolezza della sua bellezza e allo stesso tempo della sua fragilità. Dove ancora trovi un equilibrio tra la natura e l’artificio, quei luoghi dove Michelangelo Pistoletto potrebbe prefigurarsi il suo Terzo paradiso. Le aree interne, come il Sannio e l’Irpina, abitate da persone laboriose che hanno saputo soffrire con dignità le sciagure naturali e la povertà diffusa dei secoli passati. Ecco, questo mi sarebbe piaciuto far conoscere su scala nazionale, far conoscere la mia terra con i suoi 78 castelli medievali e i suoi 118 borghi. Ma un consigliere nazionale degli architetti può essere solo questo? Un rappresentante e un promotore di un’area geografica del paese? Sicuramente no! Un consigliere nazionale deve farsi carico delle istanze che interessano l’intera categoria su scala nazionale. Quali sono le istanze che vengono fuori negli ultimi anni? Al primo posto dobbiamo mettere il lavoro (è stato proprio questo il motivo principale, insieme alla rabbia per l’assenza della politica ad ascoltare i nostri programmi e le nostre istanze che mi fece strappare il documento della federazione regionale al congresso di Roma del 2018 davanti a 3000 architetti). Al secondo posto dobbiamo mettere l’impegno ad essere e sentirci sempre più comunità per poter avere la forza di riscattare il ruolo e la funzione sociale dell’architetto sui territori. Siamo elementi indispensabili, fondamentali. Ecco, questi sono i veri obiettivi da porsi per andare a rappresentare la categoria a livello nazionale. Chi tra i presenti di oggi può esprimere al meglio queste funzioni? Lasciamo perdere le liste che sono solo cartelli elettorali, guardiamo le persone con profondità e scegliamole con il cervello, ma soprattutto con il cuore. Prefiguriamoci quale può essere il meglio delle rappresentanze che possiamo mettere in campo e quali sono i migliori che in questi quattro anni hanno dato il meglio con i propri consigli sui territori o nelle conferenze nazionali, chi è stato sulle barricate per rivendicare il maltolto alla nostra professione e chi ha lavorato per tenere alta l’attenzione sulla qualità e le bellezze del nostri paesaggi.

Votiamo solo chi è stato veramente attento a questi processi e non persone che in questi anni non abbiamo mai visto e che neanche conosciamo. Per una volta, anche se solo per una volta, non ragioniamo in funzione dei numeri. I rappresentanti delle grosse città o delle grosse province, quelli che hanno i numeri grossi devono farsi carico di quest’atto di responsabilità e devono essere i primi a dare l’esempio. Non portiamo ai vertici di un mestiere così antico e così bello persone che sono solo il risultato di una legge elettorale iniqua e balorda che opprime l’orgoglio delle piccole province. Ecco questo è il processo di mutazione che vorrei si ponesse all’appuntamento del prossimo 15 marzo.

Gli architetti irpini auspicano vivamente che il Presidente Petecca possa ricevere quello che si merita: i voti necessari per entrare in Consiglio nazionale degli architetti, sicuri che la sua presenza sarà garanzia di lealtà e vigile controllo degli accadimenti, portando così giovamento e proficuo beneficio a tutti noi architetti e prestigio per la provincia di Avellino”.

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