"Diritti e privacy dei detenuti" al Circolo della Stampa: "Abbiamo aperto una piccola porta per poter andare oltre le sbarre"
Acceso confronto promosso dall’Ordine dei giornalisti della Campania presso il Circolo della Stampa di Avellino
“Diritti e privacy dei detenuti” è il tema al centro del corso di formazione professionale promosso dall’Ordine dei giornalisti della Campania che, nella giornata di oggi, ha avuto luogo presso il circolo della stampa di Avellino in Corso Vittorio Emanuele. Un confronto acceso, in cui il direttore del carcere di Avellino ha avuto un gran da fare per rispondere a tutti i quesiti posti dai giornalisti al tavolo e a quelli presenti all'interno della sala. Un tema - quello relativo ai diritti dei detenuti - divenuto, con la "Carta di Milano", un protocollo deontologico obbligatorio per tutti i giornalisti italiani.
La conoscenza è fondamentale non solo per arricchirsi, ma anche per non commettere errori
"Un primo approccio a un mondo chiuso, o che comunque viene percepito come lontano, inavvicinabile", afferma Alessandra Malanga, consigliere dell’Odg della Campania. "Qualcosa d'interessante credo sia stato detto, qualche indicazione sul contributo che può offrire una corretta informazione per far conoscere meglio la vita all’interno delle carceri ritengo che sia emersa. La conoscenza è fondamentale non solo per arricchirsi, ma anche per non commettere errori. Il giornalista non deve essere visto sempre e solo come un cacciatore di cattive notizie, ma come un narratore della realtà filtrata dallo spirito critico. E la realtà delle carceri è fatta di problemi, di diritti a volte negati. Ma è fatta anche di solidarietà, di storie di riscatto. Oggi, al Circolo della Stampa di Avellino, con il direttore della Casa Circondariale di Avellino, Concetta Felaco, con la responsabile campana dell’Osservatorio Carcere Unione Camere Penali, Giovanna Perna, e col garante provinciale dei detenuti, Carlo Mele, grazie al contributo della giornalista Simonetta Ieppariello, del presidente Odg Campania, Ottavio Lucarelli, e di tutti i colleghi intervenuti, forse abbiamo aperto una piccola porta per poter andare oltre le sbarre", conclude.
