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Sindacati di Avellino a Reggio Calabria per il rilancio del Sud: "Iniziative strumentali e propaganda non servono"

La nota sindacale

Il 22 giugno a Reggio Calabria CGIL, CISL e UIL di Avellino parteciperanno alla manifestazione "Ripartiamo da Sud". Di seguito la nota congiunta.

Le molteplici vertenze che attanagliano il territorio sono tutte caratterizzate dallo stesso segno, quello delle "desertificazione delle areee interne" che sta ulteriormente aggravando l’economia di intere comunità già provate dalla crisi che non accenna ad allentare la presa. La riduzione dell’offerta dei servizi (sanità, trasporti, istruzione) così come i presidi dello Stato nella pubblica amministrazione, sta aggravando la migrazione di giovani e anziani che non riscontrano più sul territorio livelli utili dei servizi che li obbligano ad abbandonare le proprie radici anche solo per studiare o curarsi.

Le crisi industriali irrisolte e le tante e nuove che si determinano senza soluzione di continuità hanno determinato una "desertificazione idustriale" devastante, contrassegnata da uno spettacolo imbarazzante della politica locale che in Consiglio regionale non riesce nemmeno ad adottare un Ordine del Giorno sulla crisi che richiede altre sensibilità e qualità politiche, in uno con il disimpegno di imprenditori che prima utilizzano le opportunità che la finanza pubblica gli offre e poi inopinatamente trasferiscono produzioni in altre aree del Paese o semplicemente all’estero, senza curarsi di abbandonare un territorio e con esso intere famiglie e lavoratori a cui poi non vengono riservati neppure gli impegni che pur le iniziative legislative per le aree di crisi prevedono.

La crisi dell’edilizia aggravata dalla chiusura di Cantieri che avrebbero potuto procedere normalmente come nel caso della "Lioni-Grottaminarda" hanno determinato la paralisi di un settore che stenta a riprendersi a più di dieci anni dall’inizio di una crisi che nelle aree interne comincia prima e finisce dopo. La crisi economica con l’aumento della disoccupazione ha immediate ricadute sulla capacità di spesa pro-capite che con il calo evidente dei consumi, sposta l’ago della bilancia commerciale verso l’esportazione con l’evidente crisi dei consumi e delle attività commerciali, con settori che aggrediscono mercati esteri senza incidere su quello domestico. La desertificazione demografica delle aree interne del Sud deve entrare a titoli cubitali nell’agenda dei governi locali e nazionali, scaricare le responsabilità su altri così come continuare con iniziative strumentali e di propaganda non servono e non sono servite ad interrompere la crisi del Sud del paese..

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