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Crisi Alto Calore, il Comitato Acqua Bene Comune incontra i rappresentanti politici irpini: "Ecco la nostra proposta"

Il resoconto del dibattito al Circolo della Stampa: "Dobbiamo evitare che il privato, uscito dalla porta, rientri dalla finestra"

Presso il Circolo della Stampa di Corso Vittorio Emanuele, si è tenuto il dibattito pubblico sulla crisi dell'Alto Calore. Per l'occasione, il Comitato "Acqua Bene Comune Aspettando Godot" ha incontrato i rappresentanti dei partiti politici della Provincia di Avellino, per discutere di argomenti quali la proposta di sdoppiamento del distretto idrico, l'affidamento del servizio nella nostra provincia e del futuro delle risorse idriche in Irpinia, alla luce anche delle imminenti elezioni amministrative.

Crisi Alto Calore, il Comitato Acqua Bene Comune incontra i rappresentanti politici irpini: "Ecco la nostra proposta"

Di Somma: "Adesso c'è il PNRR, non si sa se l'Alto Calore riuscirà ad avere finanziamenti"

"La nostra proposta è quella di mantenere la gestione pubblica dell'acqua, nonché sostenere l'Alto Calore nel risanamento e, se possibile, mantenere un unico distretto. O comunque, dietro quest'ipotesi di dividere i distretti, evitare che il privato, uscito dalla porta, rientri dalla finestra" afferma Antonello Di Somma, referente del comitato. "Bisogna capire, quindi, se queste proposte portano alla salvezza dell'Ente, oppure all'ingresso del privato".

"Purtroppo, scontiamo i debiti dell'Alto Calore, così come il fatto che è aumentata tantissimo la bolletta dell'elettricità" continua Di Somma. "Abitiamo in un territorio montuoso, dove l'Ente ha bisogno di molta energia elettrica per portare l'acqua sui serbatoi in quota, riportandoli poi giù a valle. Scontiamo il fatto che l'Alto Calore, in tutti questi anni, non è riuscito mai ad accedere a finanziamenti. Già nel 2018-19, la Regione stanziò i famosi 60 milioni di euro, spesi in pochissima parte o quasi niente. Adesso, c'è il PNRR: non si sa se l'Ente riuscirà ad avere questi soldi, in quanto vi è la questione dell'affidamento e, conseguentemente, quella del distretto. I fondi sono per le reti e per i cittadini che hanno un disservizio, noi disperdiamo il 60% di acqua. Purtroppo, il Governo ragiona con la logica delle aziende e non dei cittadini".

Sull'ipotesi di commissariamento: "Non possiamo prendere una posizione politica precisa. Il presidente dell'Alto Calore deve portare avanti il risanamento, questa è la cosa fondamentale. I soci sono i sindaci, spetta a loro decidere la soluzione migliore per l'Ente. Noi li sollecitiamo quotidianamente a difendere l'acqua pubblica, i diritti dei cittadini, a spingere per il risanamento delle reti. Poi, bisogna aspettare anche come va a finire la vicenda giudiziaria. A questo punto, è inutile fare delle ipotesi: vedremo come va ed, eventualmente, la proposta da avallare in seguito. Si parla sempre di mobilitare le persone, ormai sono due anni che lo facciamo. Non vorremmo arrivare a questo, vorremmo che i partiti e i nostri politici prendano atto prima del disastro. Lo scopo dell'incontro è appunto questo: abbiamo voluto incontrare i rappresentanti politici, senza distinzione, per cercare di salvare la proprietà pubblica di questa risorsa. Perdere anche questa sarebbe assurdo".

Pizza: "Non è detto che lo sdoppiamento del distretto sia un fatto negativo"

"Siamo certamente a favore dell'acqua come servizio pubblico" ribadisce Nello Pizza, segretario provinciale del Partito Democratico. "Penso che, ormai, lo sdoppiamento è avvenuto, su questo c'è poco da discutere. Questo però, non è detto che sia un fatto negativo. L'Ente va risanato: mi sembra che, in questo momento, il progetto di risanamento che il Presidente Ciarcia ha messo in campo sia quello più convincente e quello che, Procura e istanza di fallimento permettendo, può riportare l'Alto Calore a essere un'azienda sana. Da questo punto di vista, al netto delle norme di lievitazione dei costi dell'energia che incidono, in maniera devastante, sulle previsioni dell'Ente, mi sembra un progetto credibile e sostenibile".

Con lo sdoppiamento dell'ambito, tuttavia, il rischio più concreto è l'aumento della tariffa che i cittadini dovranno pagare: "Mi auguro che, in termini concreti, la lievitazione dei costi sia molto modesta. Lo sdoppiamento potrebbe essere un vantaggio, in quanto significherebbe abbattere i costi e, al tempo stesso, avere due soggetti chiamati a risanare e che avranno un peso distribuito, il quale graverà meno rispetto a una sola azienda. Si tratta, poi, di vedere in concreto quanto questo progetto possa essere virtuoso ma, da quello che ho potuto verificare e per le mie modeste conoscenze, è abbastanza credibile".

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