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Tre scenari, tre livelli di chiusura: le regioni dove si ipotizza il lockdown

Appena una Regione toccherà i livelli di guardia i provvedimenti scatteranno automaticamente insieme alle ordinanze regionali

Tre scenari, tre livelli di chiusura. È questo il quadro emerso ieri in Parlamento e che sarà delineato meglio oggi dopo il vertice con il Cts. 

A causa del braccio di ferro tra Regioni e Governo i cittadini ancora non sanno se domani potranno riaprire i propri negozi e a che ora dovranno ritirarsi a casa. Perché resta da stabilire quali Regioni vanno incontro al lockdown e cosa si potrà fare. 

Indice Rt

A seconda dell'indice Rt le regioni avranno semaforo verde, arancione o rosso. Il rosso, come è facilmente intuibile, rappresenta il livello massimo di lockdown. Il timone è il documento Iss condiviso con le regioni mesi fa e aggiornato al 12 ottobre.

Le Regioni a rischio 

Allo stato attuale sarebbero dodici le Regioni indiziate: Valle d’Aosta, Piemonte (Rt 2,16), Lombardia (Rt 2,09), Trentino Alto Adige, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Molise, Puglia e Calabria, con la Campania (1,49) fortemente a rischio. “Non è escluso - confida una fonte di governo - che possano essere dichiarate zone rosse solo quei comuni o quelle province con una situazione particolarmente critica, i cui indicatori contribuiscono in gran parte a far schizzare l’indice di rischio dell’intera Regione”.

Come si valuterà il livello di rischio nelle diverse zone del Paese?

Per determinare se un territorio si trova in una Regione ad alto rischio o a rischio moderato non basterà guardare all'indice Rt, ma si dovranno osservare una serie di diversi criteri. "Nel prossimo Dpcm indicheremo tre aree con tre scenari di rischio con misure via via più restrittive. L'inserimento di una Regione avverrà con un'ordinanza del ministro della Salute. Questi scenari dovranno tener conto dell'indice di replicabilità del virus, dei focolai e della situazione dell'occupazione dei posti letto negli ospedali", ha precisato Conte. Agli esperti del Comitato tecnico scientifico era già stato chiesto di aggiornare la lista delle zone dove il rischio epidemiologico è più elevato: per oggi pomeriggio è prevista una nuova riunione del Cts, per fare il punto su queste nuove misure che il governo si appresta a introdurre.

Livello 3

Nelle regioni a rischio elevato scatterà il lockdown per due settimane. Vuol dire che si potrà uscire soltanto per andare al lavoro e a scuola oppure per «comprovate esigenze», dunque per motivi di salute e di urgenza. Per farlo bisognerà avere il modulo di autocertificazione che dovrà giustificare i motivi dello spostamento. Se si dovrà andare da una persona non dovranno essere indicate le generalità per motivi di privacy. Saranno chiusi i negozi al dettaglio. Saranno aperti quelli che vendono generi alimentari, le farmacie e le parafarmacie, i tabaccai, le pasticcerie e le gelateria. Chiusi i bar e i ristoranti. Chiusi anche i parrucchieri, i barbieri e i centri estetici. Saranno aperti gli asili, le scuole elementari e, forse, le prime medie. Si potrà fare jogging e attività motoria all’aperto. Saranno aperte le attività produttive, dunque le fabbriche e le industrie, gli studi professionali e gli uffici pubblici.

Regioni a livello 2: negozi e parrucchieri aperti, ristoranti chiusi

Nelle Regioni che si trovano nel livello intermedio di rischio saranno chiusi bar e ristoranti per tutta la giornata. I negozi potranno rimanere aperti, così come parrucchieri, barbieri e centri estetici.I cittadini non avranno limitazioni negli spostamenti, se non quello di rispettare il coprifuoco nazionale. La scuola elementare non chiuderà, ma per le medie e i licei sarà prevista la didattica a distanza. Rimane la possibilità per i governatori e i sindaci di emanare ordinanze più restrittive che tengano conto del livello di contagio e soprattutto delle strutture sanitarie, così come di prendere provvedimenti mirati per le Rsa e gli altri luoghi con alto fattore di rischio. Misure che dovranno essere comunque condivise con i vertici regionali e con il governo. Non sarà invece consentito a governatori e sindaci firmare ordinanze meno restrittive e dunque con misure più allentate rispetto a quelle decise a livello nazionale.

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