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"A 20 anni da Genova", la Cgil Avellino apre la discussione sul G8 del 2001 al Circolo della Stampa

Un dibattito sui drammatici eventi che portarono alla morte anche di Carlo Giuliani, nonché alla repressione di Bolzaneto dopo i fatti della scuola Diaz

A 20 anni dal G8 di Genova la Cgil di Avellino, con l’ANPI, propone una discussione a più voci con vari protagonisti di allora. Avellinesi presenti, e non, alle giornate di Genova e testimoni dei drammatici eventi che portarono alla morte anche di Carlo Giuliani, nonché alla repressione di Bolzaneto dopo i fatti della scuola Diaz.

Fiordellisi: "Le idee del movimento no global si sono moltiplicate"

Queste le dichiarazioni del segretario generale della Cgil Avellino, Franco Fiordellisi: "Restano le idee, le motivazioni e le ragioni del movimento no global. Anzi, dal nostro punto di vista, si sono moltiplicate: se pensiamo alle crisi ambientali, alla precarietà, a quello che è accaduto dieci anni dopo con il crac finanziario, alla pandemia di oggi e al problema sui brevetti, ci rendiamo conto che ciò di cui parlavamo era straordinariamente attuale e lo è ancor di più oggi. So, di sicuro, che c'erano stati dei ragionamenti e c'era stata una strategia della tensione: si parlava, all'epoca, ancora di sacche di sangue infetto di Aids buttato addosso agli agenti o ai cittadini inermi. Per questo motivo, oggi parliamo anche di che cos'è la comunicazione: sicuramente, ci sono stati degli errori, ma è drammatica la morte fisica di Carlo Giuliani e quella morale del carabiniere Mario Placanica, che non doveva essere lì quel giorno. Io temo che, all'epoca, si sia deciso sul metodo Scelba: ossia la Polizia, che avrebbe dovuto tutelare i cittadini, ha preferito tutelare il potere, reprimendo le idee nuove che provenivano da Seattle, da Porto Alegre e dalla Marcia sui Migranti. Penso che, mai come oggi, sia attuale una ripresa della coesione, della partecipazione e del confronto reale non tanto tecnico, ma politico".

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Don Vitaliano: "Il G8 di Genova? La sintesi dello slogan 'dal locale al globale'"

Queste le parole di Don Vitaliano Della Sala, protagonista di quella stagione di idee nuove, portate dal movimento no global, che ebbe il suo culmine vent'anni fa: "La lezione di quel G8 consiste nel tenere insieme le proprie idee, affinché vengano ascoltate. Bisogna guardare a Genova, inoltre, come la tappa di un movimento che guarda avanti, cambia e non si istituzionalizza, con uno sguardo sia proiettato verso il passato, sia verso il futuro, attraverso la tutela del nostro territorio e la lotta contro il riscaldamento globale. Ma guai a far diventare un movimento qualcosa di istituzionale: significherebbe decretare la morte del movimento stesso. L'aggressione a Genova delle Forze dell'Ordine fu sproporzionata e gli attentati dell'11 settembre negli Stati Uniti, avvenuti qualche mese dopo, posero fine alla possibilità di opporsi al potere: in quell'occasione, il mondo fu diviso tra terroristi e antiterroristi. In quei giorni, mi sentivo un po' la sintesi dello slogan 'dal locale al globale'. Venivo da Sant'Angelo a Scala, terra di mezzo della nostra provincia. Ma a Genova si dava voce proprio a chi difendeva i diritti dei singoli territori. Fu interessante: io ero un prete e venivo accettato per la mia opinione, nessuno mi ha mai censurato in quell'occasione. Sognavo una Chiesa che sfruttasse questa possibilità, ma non era pronta a tutto questo. Oggi, Papa Francesco ci ha insegnato a guardare a una Chiesa che esce da sé stessa per incontrare e ascoltare il prossimo. Uniamo le nostre forze per raggiungere un unico obiettivo: è quello che chiede, appunto, il Papa per mettere da parte le differenze religiose, etniche, di cultura e di tradizione ed evitare che il pianeta possa esplodere".

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