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Venerdì, 29 Marzo 2024
Attualità Aquilonia

Casette asismiche di Aquilonia, il comitato: "Anche Legambiente, Italia Nostra e Touring Club Italiano chiedono la conservazione"

La nota del comitato

Rendiamo noto al pubblico, ma in primo luogo all'amministrazione del Comune di Aquilonia (Av), che l'accorata richiesta del comitato Palazzine Bene Comune e delle associazioni locali di non demolire né alienare a privati il patrimonio storico costituito dalle "casette asismiche" del 1930, o “palazzine”, ancora esistenti nel comune altirpino trova ora nuovi sostegni nei rappresentanti di tre importanti organismi della società civile, che hanno sottoscritto il documento delle associazioni qui allegato. In particolare:

Legambiente: con le sue 18 sedi regionali e 1000 gruppi locali Legambiente, associazione fondata 40 anni fa, è il più diffuso in Italia tra i soggetti del mondo ambientalista. Associa 115.000 persone e organizza ogni anno più di 1.000 giovani in campi di volontariato ambientale e sociale; 30.000 classi aderiscono ai suoi programmi di educazione ambientale; oltre 200 avvocati prestano servizio nei suoi Centri di azione giuridica al servizio delle vertenze;

Italia Nostra: fondata nel lontano 1955 e tradizionalmente attenta in primo luogo alla tutela dei centri storici, è una delle più antiche associazioni italiane per la difesa del patrimonio storico, artistico e naturale. Ne hanno fatto parte, anche con ruoli dirigenziali, numerose donne e uomini di primo piano del mondo culturale italiano. Per citarne solo alcuni, la letterata e scrittrice Elena Croce, lo scrittore Giorgio Bassani ("Il giardino dei Finzi-Contini"), l'archeologo e giornalista Antonio Cederna;

Touring Club Italiano: è la più nota e antica associazione italiana di promozione turistica, nata nel lontano 1894. Il suo scopo e ideale, come da Statuto, «consiste nel corretto sviluppo di attività di viaggio e turismo riconoscendo in esse alto valore sociale, culturale ed economico». «In particolare – prosegue l'art. 1 – il Touring Club Italiano intende collaborare alla tutela e alla educazione ad un corretto godimento del paesaggio, del patrimonio storico, artistico e delle identità plurali dell’Italia in tutte le sue forme espressive, materiali e immateriali, che considera nel suo complesso beni e valori insostituibili da trasmettere alle generazioni future».

Già nel dicembre 2017 le due petizioni del comitato civico Palazzine Bene Comune contro la demolizione delle “casette” avevano complessivamente raccolto, oltre alle centinaia di firme della cittadinanza, i sostegni di decine di intellettuali, di cui alcuni molto noti ma tutti particolarmente autorevoli in merito ai problemi delle aree interne. Veramente ci riesce difficile comprendere come un sindaco di un piccolissimo paese dell'entroterra che si ostina a parlare il linguaggio vecchio della cancellazione del patrimonio culturale della propria comunità non senta il peso dell'isolamento, e non veda, al contrario, la possibilità di fare leva sul sostegno di tali soggetti a un'operazione pubblica di rigenerazione urbana che potrebbe porre questo piccolo centro in posizione di avanguardia nelle politiche territoriali delle aree interne.

TORNIAMO A CHIEDERE:

Che ne è dell'apertura di dialogo annunciata nel consiglio comunale del 1° aprile 2021? Era un pesce d'aprile? Il Sindaco De Vito – la registrazione è agli atti – annunciò la costituzione di una "commissione" di esperti e rappresentanti di diversi interessi e competenze per esaminare la questione delle "casette": perché non si è ancora nemmeno cominciato a comporla e a discuterne in dettaglio obiettivi e metodi?

Se il tema è il patrimonio storico-culturale identitario che una comunità, in piena autonomia, riconosce come tale, cosa c'entra la privatizzazione? E perché questa dovrebbe garantirne la tutela? Il Sindaco Giancarlo De Vito vuole attuare una demolizione per interposta persona?

Possibile, nel 2021, dopo secoli di maturazione della cultura della tutela delle testimonianze del passato, dopo la Convenzione di Parigi sulla tutela del patrimonio mondiale, culturale e naturale (1972), la Convenzione di Granada per la salvaguardia del patrimonio architettonico d'Europa (1985), la Convenzione europea del paesaggio (2000), la Convenzione di Faro sul valore del patrimonio culturale per la società (2005), essere a questo punto? In Italia?

Casette asismiche di Aquilonia
Documento delle organizzazioni associative e culturali


Prima stesura 11 aprile 2021, revisione 11 maggio 2021

Il comitato civico Palazzine Bene Comune e gli altri soggetti firmatari del presente documento si rivolgono all'amministrazione del comune di Aquilonia (Av) in merito alla sorte delle “casette asismiche” del 1930 (dette anche “palazzine”) di cui è stata deliberata la demolizione, chiedendo la conservazione di tutte le “casette” ancora esistenti in quanto rappresentano il centro storico del nuovo paese ricostruito dopo il terremoto del 1930.

A seguito del consiglio comunale straordinario riunito il 1 aprile 2021 si valuta con grande soddisfazione l'intenzione dichiarata dal Sindaco Giancarlo De Vito di non procedere all'abbattimento per avviare un confronto su cosa fare di questo patrimonio.

C'è tuttavia ferma contrarietà all'alienazione di tali edifici di proprietà pubblica prospettata dal Sindaco, il quale ipotizza di vendere a privati le “casette” a prezzo simbolico (incidendo ancora una volta negativamente sulla dinamica dei prezzi del mercato immobiliare locale) per consentirne la ristrutturazione mediante “Superbonus 110%” (Ecobonus? Sismabonus?). Ogni ipotesi di alienazione a privati costituisce infatti la precondizione di manomissioni fisiche che possono stravolgere le strutture in questione e di utilizzi che possono compromettere l'unità del complesso urbano in questione, la sua riconoscibilità, il suo carattere storico testimoniale, la sua utilità collettiva.

Si ribadisce, al contrario, che sia non solo essenziale mantenere la titolarità pubblica di un patrimonio che rappresenta un elemento importante dell'identità culturale della comunità aquiloniese, ma anche sia necessario effettuare esclusivamente interventi di restauro che rispettino l'integrità degli edifici e del tessuto urbano che li comprende, cioè dell'intero sistema quartiere. Ciò tanto per il cosiddetto “Ambito B” adiacente alla scuola elementare quanto per le stecche con le viste da via Calabrese e corso Vittorio Emanuele.

In altre parole, si richiede una operazione pubblica di rigenerazione urbana che destini il patrimonio edilizio a nuove funzioni utili per la collettività senza in alcun modo mutarne il carattere di testimonianza della storia urbanistica e sociale della cittadina.

Nella certezza che non manchino possibilità di finanziamento a sostegno di tale operazione – a cominciare dagli abbondanti fondi già stanziati per la demolizione e fino all'esplorazione delle numerose opportunità di finanziamento disponibili a valere sui bilanci dello Stato e dell'Unione europea – si ricorda che, per quanto riguarda le nuove destinazioni d'uso, da diversi anni è in corso l'elaborazione di proposte a vari livelli, soprattutto in sedi universitarie, fino al recente progetto ufficialmente trasmesso dal MEdA al Comune di Aquilonia che richiede l'affidamento in gestione delle “casette” per realizzare spazi museale e di co-working.

A ogni modo tale elaborazione progettuale, tutt'altro che conclusa, dovrebbe avvalersi del contributo attivo di tutta la comunità mediante una consultazione pubblica strutturata, alla cui organizzazione potrebbe sovrintendere proprio la “commissione” di esperti proposta in consiglio comunale dallo stesso Sindaco De Vito, che dovrebbe poi ordinare e precisare le proposte ponendole all'attenzione dell'organo decisionale elettivo.

Infine di ricorda che, a fronte di un Piano Urbanistico Comunale adottato nel 2013, che prevede la conservazione di tutte le “casette asismiche” ancora esistenti perimetrando le aree come “attrezzature collettive esistenti” all’interno del “centro storico del 1930”, restano a tutt'oggi agli atti tre provvedimenti amministrativi che si pongono in aperto contrasto con tale indicazione normativa di piano, poiché dispongono e definiscono le modalità della demolizione: la Deliberazione di Giunta Comunale n. 54 del 14.10.2017, la Determinazione dell'Ufficio Tecnico Comunale n. 112 del 21.11.2017 e la Deliberazione di Giunta Comunale n. 15 del 05.03.2021. Resta quindi necessario che il dibattito progettuale sopra invocato sia liberato da ogni ombra annullando tali provvedimenti.

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