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Caccia illegale al cinghiale, il CABS: "Bracconaggio imperante anche al tempo del Covid"

La nota

La denuncia di ben quattro persone accusate di caccia illegale al cinghiale nelle campagne di Lauro dimostra ad avviso del CABS, l'associazione di volontari esperti in antibracconaggio, come il bracconaggio non si fermi neanche innanzi alle esigenze di ordine sanitario che in questo periodo stanno caratterizzando la circolazione delle persone nel nostro paese. I quattro, che sono risultati in possesso anche di torce, munizioni e giacche mimetiche, oltre che dei fucili, sono stati individuati nei giorni scorsi da una pattuglia del Commissariato di Lauro. Stante quanto riportato dalla stampa, avrebbero cercato di sviare l'intervento di polizia.

Fenomeno diffuso in tutta Italia

" Non è il primo caso occorso in provincia di Avellino, ma il fenomeno del bracconaggio - ha affermato il CABS - è diffuso in tutta Italia, anche in pieno periodo di restrizioni per la nota epidemia da coronavirus. Raffrontando i dati del nostro archivio relativi ai mesi di marzo e aprile 2019 non abbiamo notato sostanziali variazioni rispetto a quanto verificatosi in tema di caccia illegale nello stesso arco di tempo del 2020, quando massime dovevano essere le restrizioni al movimento delle persone. Anche il mese di maggio - hanno aggiunto i protezionisti - non sembra iniziare con il piede giusto". Il CABS considera un pericoloso mancato deterrente al bracconaggio continuare a prevedere contro di esso solo reati di natura squisitamente contravvenzionale. Al pari dei reati in danno di chi maltratta o uccide animali di cosiddetta affezione, occorrerebbero invece reati-delitti.

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