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Il vescovo Aiello: "La Scuola è una carovana che si rimette in cammino"

Da oggi le scuole aperte

Il messaggio del Vescovo Arturo Aiello per l'apertura dell'anno scolastico. "“Pronti? Via!” È davanti a noi un nuovo anno scolastico che ci chiama, ci
reclama, ci invita a salire sul treno, a preparare lo zaino per una nuova
avventura. La Scuola è una carovana che si rimette in cammino dove tutti
hanno un ruolo e sono protagonisti: alunni, insegnanti, dirigenti, genitori,
personale ausiliario, zaino in spalla, si chiamano, si riconoscono,
contribuiscono a formare una comunità.
I negozi già da tempo avevano messo il cartello “testi scolastici” e
allineato, in bella mostra, zaini colorati, griffati, di fogge diverse, che
raccontavano di passi, di attese, paure, voglia e timore di crescere.
Nello zaino di bambini, ragazzi e giovanissimi, vorrei ci fosse passione,
desiderio di conoscere, voglia di crescere, amore per il rischio perché
sapere è affacciarsi su un mondo nuovo e antico. Sullo zaino degli alunni
vorrei fosse scritto: “Cosa c’era prima?”. Prima di me, prima che io
nascessi, prima di instagram, prima del nonno, prima del terremoto,
prima… La scuola insegna a guardare indietro per riconoscere il cammino
dell’uomo, dà il gusto del “C’era una volta…”, aiuta ad assaporare la Storia
che prima camminava lentamente come un treno a vapore e negli ultimi
anni ha preso l’alta velocità di Italo. Senza conoscere il “prima” gli alunni
non imparano l’umiltà del sapere, non sanno dire “grazie!”, rischiano di
restare imprigionati nell’attimo presente.
Nello zaino di insegnanti e docenti vorrei ci fosse voglia di ricominciare
sapendo che una lezione non può essere fotocopiata, che, anche se sono
in cattedra da anni, questo che inizia è un anno unico e irripetibile come
lo è ogni alunno, ogni uomo. Sul loro zaino vorrei fosse scritto “Futuro!”
perché avranno davanti agli occhi e sul cuore gli uomini e le donne di
domani, le sorti della società italiana ed occidentale, il futuro Presidente
della Repubblica, del Senato, della Camera, il Papa che guiderà la Chiesa
tra cinquant’anni, il tessuto connettivo della società, speriamo più umana,
che abiterà la città e i paesi. L’inciso “speriamo più umana” dipende dalla

qualità e motivazione della scuola dove i docenti sono sacerdoti del
sapere e possono dare vita a lezioni noiose o mettere in scena l’uomo con
i suoi sogni e i suoi perché, con i suoi voli e le sue cadute, la sua nobiltà di
pensiero e i suoi crateri di violenza. La qualità della scuola di oggi
permette di prevedere quale uomo ci sarà domani, uomo o robot.
Infine, ai docenti, ai dirigenti e ai genitori vorrei raccomandare gli alunni
delle Medie Superiori che vivono la stagione bella e fragile
dell’adolescenza, un tempo “età di mezzo”, “Medio Evo della vita” ed oggi
tempo esteso oltre misura, ma che continua ad essere una opportunità
unica e irripetibile. Oltre l’abbigliamento ricercatamente trasandato, l’aria
spavalda e lo sguardo indisponente, i nostri adolescenti “uniscono in sé
un’innocenza soffusa di ingenuità, una radiosa purezza di corpo e di
spirito ed il bisogno appassionato di una devozione totale e
disinteressata. Si tratta di una fase di breve durata che, tuttavia, per la
sua stessa intensità ed unicità, costituisce una delle esperienze più
preziose della vita”. Descriveva così Fred Uhlman in “L’amico ritrovato” il
tempo misterioso e intrigante dell’adolescenza. Possiate farvi compagni di
viaggio di alunni e figli in quella stagione da cui dipende in maniera
decisiva il prosieguo della vita.
A tutti in questo primo passo di danza dell’Anno scolastico 2018-2019
giunga la parola di vita che (era nel vangelo di domenica scorsa) Gesù
gridò per guarire un sordomuto: “Effatà!” che significa “Apriti!”. Si aprono
le porte delle scuole, si aprano le menti e i cuori di tutti nella ricerca
onesta e appassionata del vero, del bene, del bello.
Vi benedico."
 

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