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Avellino ricorda Antonio Di Nunno e il suo impegno politico per la città e il Mezzogiorno

All'ex Carcere Borbonico un incontro per riflettere sui valori lasciati in eredità dal sindaco della "città giardino" e sulle politiche da adottare per il rilancio del Sud Italia

A otto anni dalla scomparsa, Avellino non dimentica Antonio Di Nunno, che amministrò la città dal 1995 al 2003. Dopo la Santa Messa celebrata una settimana fa, questo pomeriggio, nella Sala Blu dell’ex Carcere Borbonico si è svolto l'incontro "Antonio Di Nunno e il Mezzogiorno in cerca di politiche", organizzato allo scopo di riflettere sulle azioni che la classe politica dovrebbe intraprendere ispirandosi all'impegno civile e politico del sindaco della "città giardino" per favorire la ripresa del Sud Italia. 

Incontro "Antonio Di Nunno e il Mezzogiorno in cerca di politiche" (Foto di Vinicio Marchetti)

Gengaro: "Di Nunno rappresenta un modello di pragmatismo e carica utopica"

"Antonio Di Nunno è stato un meridionalista e dorsiano, un profondo uomo del Sud, caratteristica che ha tradotto nel suo impegno politico e di giornalista. Sono centinaia gli articoli che scrisse sul Mezzogiorno" afferma Antonio Gengaro. "Era il sindaco eletto direttamente dalla gente, che faceva gli interessi pubblici a prescindere da quelli di partito e avanzava una proposta di ammodernamento del Sud in tutti i contesti in cui operava, dalla città di Avellino alle assemblee nazionali dei sindaci dove non mancava il messaggio di un Mezzogiorno che non aveva più bisogno di assistenzialismo ma di giustizia. Sicuramente, oggi Di Nunno parlerebbe di sburocratizzazione e di autonomia differenziata".

"Credo che Di Nunno possa rappresentare un modello perché nella sua attività ha unito il pragmatismo e la carica utopica, che ha visto il suo segno fondamentale nel piano urbanistico comunale. Purtroppo, quella parte del suo sogno è stata tradita da chi è venuto dopo e spero che qualcuno riprenda in mano quelle carte e possa realizzare quella che finora è rimasta un'utopia, come è il caso della città giardino" conclude.

Il ricordo dell'onorevole Giuseppe Gargani

All'incontro odierno ha partecipato l'onorevole Giuseppe Gargani che di Antonio Di Nunno dice: "Era un leader. Era per una politica di autonomia locale e per il rilancio del Mezzogiorno. Gestendo il comune di Avellino avrebbe voluto fare grandi cose. La classe dirigente venuta dopo di noi non si è occupata del problema del Mezzogiorno, che è stato cancellato e che ora a porsi è l'Europa dove ho lavorato molto per riscattare le popolazioni del Mediterraneo. Di Nunno avrebbe potuto dare un grande contributo".
Per quanto riguarda l'autonomia differenziata: "E' un dramma per l'Italia così come si va delineando. È una politica di disunione che serve per un dissesto istituzionale. L'idea della Lega è quella di colloquiare con l'Europa dimenticandosi del Sud volendo la divisione dell'Italia. Di Nunno sarebbe stato un avversario dell'autonomia indifferenziata".

Rotondi: "Una città che coltiva la sua memoria costruisce il proprio futuro"

"L'iniziativa che si tiene ogni anno per ricordare Di Nunno è da apprezzare perchè è stato un sindaco significativo per la storia di Avellino - afferma l'onorevole Gianfranco Rotondi - riflettere su quegli anni significa anche pensare al futuro". Sull'autonomia differenziata dice: "C'è molto da lavorare partendo dal fatto che le regioni dovevano essere il volano dello sviluppo del Sud ma così non è stato. Quindi, dobbiamo difenderlo da un provvedimento che potrebbe essere calibrato anche in senso pericoloso per gli equilibri sociali del Mezzogiorno però dobbiamo partire da un'autocritica su come sono state gestite le regioni del Sud".

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