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L'acqua deve rimanere pubblica, la soddisfazione del Comitato Rete Acqua Bene Comune – Aspettando Godot

La nota del Comitato Rete Acqua Bene Comune – Aspettando Godot

Il Comitato Rete Acqua Bene Comune – Aspettando Godot, con soddisfazione prende atto che dal tavolo istituzionale tenutosi stamattina presso il Palazzo della Provincia è emerso un dato condiviso: la gestione dell’acqua in Irpinia deve rimanere pubblica. Il Presidente della Provincia Biancardi, che ha aperto i lavori, riconosce nella conservazione della gestione pubblica e nel risanamento dell’ente la soluzione del problema Per l’AD ACS Ciarcia non c’è più l’estrema urgenza di liquidità immediata perché le operazioni da lui intraprese stanno portando i primi frutti. Il Governo attraverso il Sottosegretario Sibilia ha dichiarato la sua disponibilità ad intervenire con la Cassa Depositi e Prestiti, ma a condizione che si avvii un risanamento dell’Azienda e un cambio di tendenza della governance aziendale rispetto alle vecchie logiche, a garanzia del prestito. La Regione Campania, rappresentata dal Vice Presidente della Giunta Regionale Bonavitacola, si è dichiarata disponibile ad erogare il finanziamento di 60 milioni in tre anni, per il risanamento della rete idrica, con accollo per lo stesso periodo di 100 dipendenti dell’Ente e dei relativi costi salariali. Il nostro comitato Rete Acqua Bene Comune – Aspettando Godot, attraverso il suo portavoce Anna Maria Pascale, ha portato all’attenzione del tavolo che il tema su cui focalizzare le scelte sia la tutela del bacino idrico, di cui noi irpini siamo “i custodi” ed ha ricordato che ogni scelta deve tenere presente il vincolo referendario della gestione pubblica della risorsa idrica. Ha sollecitato, inoltre, la Regione a dar seguito, per quanto di sua competenza, ai 125 progetti di ristrutturazione della rete presentati dall’Alto Calore per ciascuno dei comuni soci già da settembre 2018 ed ha portato all’attenzione del tavolo gli altri due necessari punti per la ristrutturazione della gestione idrica e per la preservazione del bacino: Il ristoro ecologico, ossia la contribuzione da parte degli altri fruitori dell’acqua irpina (Napoli, Salerno e Regione Puglia) al sostenimento del peso della custodia e tutela del bacino idrico già in carico ai comuni irpini. La perequazione delle tariffe, ossia il livellamento della tariffe tra i vari fruitori della stessa regione, in modo da redistribuire i maggiori costi sopportati dalle popolazioni irpine a causa della conformazione montuosa della nostra provincia. Il referente regionale del forum nazionale per l’acqua pubblica Grauso ha proposto che il caso Alto Calore, avendo incontrato il favore di tutti gli attori per la gestione pubblica, possa diventare il capofila dell’attuazione della legge Daga, attualmente in discussione in Parlamento, sulla gestione pubblica e partecipativa del ciclo dell’acqua, che prevede l’azienda pubblica speciale quale unica forma di gestione del ciclo integrato dell’acqua. Il delegato della curia Don Vitaliano Della Sala ha comunicato di aver intrapreso il percorso per rendere il bacino idrico irpino “patrimonio dell’umanità dell’UNESCO”. Il tavolo è stato rinviato in prosieguo per valutare l’impegno dell’AD Ciarcia di approntare un piano di ristrutturazione in linea con quanto detto superando l’ipotesi dell’aumento di capitale da parte dei comuni e la modifica statutaria. Il comitato Rete Acqua Bene Comune – Aspettando Godot vista la presenza al presidio di stamattina di cittadini, associazioni, partiti e sindacati esprime grande soddisfazione per i risultati che si stanno raggiungendo grazie a questa esperienza di democrazia partecipata nata spontaneamente tra cittadini animati dalla tutela del BENE COMUNE. Il Comitato Rete Acqua Bene Comune – Aspettando Godot 

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