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Aiello del Sabato, il consigliere Lomazzo al vicesindaco: "Chiarisca a chi e cosa si riferisce quando parla di attacchi denigratori subiti"

"Credo sinceramente che, per il ruolo che ricopre, debba una spiegazione a tutta la cittadinanza, non solo a me che posso essere da lui percepito come uno scomodo e antipatico avversario politico"

Nei giorni scorsi, sul suo profilo Facebook, il Vicesindaco di Aiello del Sabato Sebastiano Gaeta ha pubblicato un post in cui accusava qualcuno di aver oltrepassato il limite dell’avversità politica, attaccando sul livello personale i propri affetti più cari, nello specifico la madre, dipendente comunale sempre ad Aiello del Sabato.

Ad oggi, però, sembra che nessuno nel comune irpino abbia compreso cosa sia realmente accaduto, quale sia stato il fatto che ha scatenato l’indignazione social del Vicesindaco.

Dopo le giuste esternazioni di solidarietà, anche a prescindere dalla constatazione dell’evento o eventi da condannare, molte sono state anche le richieste di chiarimento, tra cui quelle del consigliere comunale di opposizione Manlio Lomazzo.

“Dispiace che, seppur ampiamente sollecitato, il vicesindaco non abbia avvertito la necessità di chiarire in merito, ovvero non abbia spiegato "che cosa è successo?", nonostante questa domanda sia stata l'argomento principale in paese per un paio di giorni” dichiara Lomazzo, che continua “Mi sono reso disponibile ad andare al posto del Vicesindaco dalle forze dell'ordine a denunciare l’eventuale ignobile diffamatore, anche e soprattutto perché lo stesso sembrerebbe (lo si capisce dai commenti dello stesso vicesindaco al suo post) far parte dello stesso costituendo gruppo politico di cui faccio parte anche io.”

“Mi permetta, però, il vicesindaco, di rappresentargli il mio punto di vista sul suo silenzio sulla vicenda.

Credo sinceramente che, per il ruolo che ricopre, debba una spiegazione a tutta la cittadinanza, non solo a me che posso essere da lui percepito come uno scomodo e antipatico avversario politico.

Probabilmente non gli è chiara la gravità delle sue affermazioni e il fatto che le parole, come diceva Nanni Moretti, sono importanti. Anche se alludesse a una persona soltanto, è ragionevole pensare che il dubbio di chi fosse il calunniatore, per chi ha letto il post, sia potuto cadere su chiunque. Tutti quelli del gruppo politico di cui sopra, ma anche a chi gli gravita intorno. Dunque, potenzialmente, a mezzo paese.

La negazione del dialogo e del confronto, le mancate risposte anche a domande semplici, unite alle sole allusioni e invettive senza un destinatario preciso, non agevolano un clima sereno, ma l'esatto contrario.

È così difficile fornire delle spiegazioni esaustive?”

“Mi preme ancora ricordare al vicesindaco“ conclude il consigliere Manlio Lomazzo, “che senza il fatto concreto, credo sia addirittura configurabile il reato di diffamazione per chi certe pesanti allusioni le fa, in quanto “la vittima non deve essere necessariamente identificata per nome e cognome, essendo sufficiente che essa risulti individuabile (anche per esclusione o per via deduttiva) nell’ambito di una categoria ristretta di persone”

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