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Il terremoto dell'80 e le "Occasioni mancate": il focus di Agostino Pelullo sul post sisma

La presentazione del libro presso il Circolo della Stampa, nell'ambito degli incontri promossi dalla CGIL di Avellino

Nell’ambito della commemorazione del sisma del 23 novembre 1980, la Cgil Avellino ha accolto, presso il Circolo della Stampa, la presentazione del libro di Agostino Pelullo, dal titolo "Occasioni mancate".

Pelullo: "Abbiamo avuto una classe dirigente orientata alla crescita del proprio consenso e a fomentare voti"

"Prendo atto che, a distanza di quarantadue anni, non riusciamo a imparare dai nostri errori" dichiara l'autore del libro. "Partendo dallo studio di Bisaccia, paese mai realmente danneggiato dal sisma – nel senso che non ci furono vittime – si va ad analizzare la spesa di quelli che vengono definiti beni in sé e, quindi, lo spreco pubblico. Poi, ci sono le occasioni mancate: siamo ricchi di insediamenti eolici e mi sono sforzato di indirizzare questo processo a qualcosa che potesse essere utile alle comunità dell'Alta Irpinia. Non solo non ci sono riuscito, ma sembra che gli amministratori siano interessati a qualcos'altro. Eppure, queste comunità possono rappresentare un esempio di accoglienza e di generazione di fonti rinnovabili. In questi territori, ci può essere ancora una possibilità di sviluppo locale, fondato sulle risorse endogene. Su questa scia, si può lavorare ancora tanto, soprattutto sui piccoli luoghi come attrattivi di un turismo sostenibile".

"Abbiamo avuto una classe dirigente irpina al massimo livello nel gestire lo Stato e i suoi strumenti, ma non ha avuto una visione per le nostre aree, è stata abbastanza miope e mediocre. L'interesse privato di questi cosiddetti politici avellinesi è, ancora oggi, orientato alla crescita del proprio consenso e a fomentare i propri voti, piuttosto che alle comunità" aggiunge Pelullo.

Fiordellisi: "Cambiare tutto per non cambiare nulla"

"L’economia della catastrofe – spiega Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino – ha a che fare con le tante risorse che sono arrivate sul nostro territorio e hanno in parte dato speranza ma di fatto non hanno bloccato l’emigrazione, la disoccupazione e i lavori precari. Con l’autore parliamo, quindi, di come era la situazione prima del terremoto del 23 novembre 1980 e di quello che è accaduto dopo. L’orgia di potere, definiamo così quegli anni, che c’è stata nella gestione del potere conferma la massima del Gattopardo  di Tommasi di Lampedusa: 'Cambiare tutto per non cambiare nulla'".

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