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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Accorpamento Moscati-Landolfi, l'allarme del NurSind

La Città Ospedaliere è carente di circa 300 unità operative, specialmente di infermieri

Allarme del NurSind contro il Decreto Regionale n. 29 del 19 aprile 2018 che prevede, dal primo ottobre, l’accorpamento dell’Ospedale Landolfi di Solofra alla Città Ospedaliera di Avellino.

“Siamo preoccupati per questa fusione che per noi rappresenta un netto passo indietro, una illogica scelta politico-sanitaria partorita da De Luca e che avrà ripercussioni negative sui cittadini di questa provincia. La città ospedaliera infatti sarà privata di alcuni reparti importanti come la geriatria e l’oculistica che saranno dislocate a Solofra. I pazienti geriatrici saranno trasferiti nel presidio Landolfi di Solofra che non è dotato di unità operative importanti come la rianimazione, la neurologia e l’emodinamica. Ne consegue che se le condizioni cliniche di questi pazienti dovessero complicarsi, e questi avessero bisogno di tali cure, gli stessi saranno dirottati come pacchi postali alla città ospedaliera”.

“Per i soli interventi di edilizia sanitaria e di ammodernamento dell’Ospedale Landolfi è previsto l’esborso di quasi 4,5 milioni di euro nel triennio. Uno spreco di denaro pubblico consistente per dei lavori di cui si conosce l’inizio ma non la fine, qualcosa di già visto tante volte in questa regione.

“Come se ciò non bastasse, a preoccuparci ulteriormente è la strada di collegamento tra Avellino e Solofra: gli utenti e le ambulanze dovranno infatti percorrere un raccordo autostradale in pessimo stato, cui va aggiunta la critica situazione della galleria di Solofra, chiusa o a percorrenza ridotta per lavori”.

“Lo spreco continua poi con ciò che è emerso dall’atto aziendale, ossia la creazione di veri e propri doppioni di unità operative come la chirurgia, l’ortopedia e la pediatria: in un solo colpo, grazie a questa scellerata politica sanitaria, avremo ben 4 reparti di chirurgia (due unità operative complesse e due unità operative a valenza dipartimentale)”.

“Davvero singolare se pensiamo che nel piano regionale di programmazione della rete ospedaliera 2016/2018 è stato riscontrato un eccesso di unità operative di chirurgia. Ci ritroveremo poi con ben due pronto soccorso in una azienda che finora non ha ancora risolto i problemi di carenza di personale del principale pronto soccorso della città ospedaliera. Una carenza di personale che sarà ancor più aggravata adesso che il Moscati di Avellino si troverà a gestire ulteriori posti letto”.

“A tal proposito ricordiamo al manager Percopo che manca ancora in azienda un programma triennale di fabbisogno di personale. Non si conosce a tutt’oggi il numero dei dipendenti andati in pensione, né risulta esserci una pianificazione dei costi e delle varie figure professionali da assumere, ma sappiamo che alla sola Città Ospedaliera mancherebbero circa 300 unità tra vari profili, in particolare di infermieri e OSS”.

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