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Venerdì, 22 Settembre 2023
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Vicenda Denso, Trezza ad azienda e sindacati: "È licenziamento dolce, noi accompagnati alla porta elegantemente"

Dal Vescovo di Avellino al presidente della Regione Campania, e a ogni forza politica: gli ormai ex dipendenti Denso sono pronti a chiedere aiuto a chiunque

"Nulla è cambiato e non abbiamo visto alcuna novità in fabbrica riguardo al nostro reintegro". A parlare è Patrizio Picariello, uno dei dipendenti Denso di Avellino, che aspettano di sapere quale sarà il loro futuro, a seguito del licenziamento avvenuto dopo la scadenza del contratto di staff leasing e dopo l'annuncio di "una sorta di accordo" durante l'incontro con i sindacati in Confindustria circa un mese fa. Questa mattina, alcuni dei lavoratori che attendono di essere reintegrati, hanno voluto rispondere ai sindacati che nei giorni scorsi hanno chiesto loro di aspettare poichè "l'accordo avrebbe dato i suoi frutti nel tempo". Ma le parole dei giorni scorsi del segretario UILM Avellino, Gaetano Altieri, non sono bastate a tranquillizzare gli operai: il tempo continua a passare, gli ormai ex dipendenti lamentano di accordi non rispettati e lanciano l'ennesimo appello, affinchè ci sia una soluzione concreta da parte dei sindacati e dello stabilimento di Pianodardine: il lavoro e il futuro di 21 famiglie è nelle loro mani.

"Siamo qui per smentire le dichiarazioni dei due sindacati - ha detto Picariello -. Avevamo un accordo con loro: ci avevano detto di aspettare sei mesi per quanto riguarda i pensionamenti e che dal 1° maggio ci sarebbero state due persone in uscita e aspettavamo il terzo. In un mese non si è verificato niente di tutto questo. Inoltre, non si è minimamente parlato dell'incentivo alle uscite. Riguardo alla mobilità, non ne sapevamo nulla e siamo sorpresi dalle affermazioni fatte a Confindustria e ripetute nelle interviste televisive. Avevamo chiesto di essere aggiornati costantemente, ma ora si parla di verifiche semestrali, cosa che non ci era stata comunicata. Ci era stato detto che ci avrebbero tenuti informati di volta in volta, quindi non sappiamo più cosa fare".

Lavoratori Denso rispondono ai sindacati

21 i lavoratori che vivono nell'incertezza: famiglie in situazione critica

Sono 21, attualmente, i lavoratori che vivono nell'incertezza: "Nel 2015 eravamo 18 e fino al 2018 avevamo firmato un contratto a tempo indeterminato - ha spiegato Picariello, facendo qualche passo indietro per descrivere ancora meglio la situazione di rabbia e delusione che stanno vivendo -. In seguito, ci è stato presentato un contratto di staff leasing. Dopo un mese hanno assunto direttamente, a tempo indeterminato, 18 persone che non facevano parte di questo contesto. Siamo arrabbiati, ma avevamo messo una pietra sopra, perché ci avevano rassicurato che, una volta ripreso il lavoro, saremmo stati i primi ad essere riassunti. Tuttavia, questo accordo non è stato rispettato. Dovevamo essere i primi a tornare a lavorare, ma nessuno di noi della Manpower, con cui avevamo i contratti, è tornato a lavorare. E quindi siamo andati a Confindustria a ribadire la situazione. Grazie a noi, i lavoratori che sono attualmente impiegati hanno potuto riprendere il lavoro e non grazie ai sindacati che ci avevano assicurato che, se si fosse verificata una situazione del genere, si sarebbero barricati davanti all'azienda con striscioni e gazebo per evitarla. Ma se non fosse stato per noi che abbiamo affrontato la situazione, tutto sarebbe stato taciuto".

"Abbiamo chiesto più volte un tavolo istituzionale, abbiamo sollecitato il sindaco, il presidente della Provincia e chiunque potesse aiutarci a risolvere questa situazione, perché siamo davvero in difficoltà. Tutte queste famiglie si trovano in una situazione critica che potrebbe diventare drammatica nel corso del tempo. Quando si parla di sei mesi, la situazione diventa difficile e può diventare drammatica per molti di noi. Siamo stati licenziati quando l'amministratore delegato è venuto a dirci che avevano costi eccessivi di due milioni di euro per quanto riguarda l'energia elettrica, citando la guerra in Ucraina, ma questo era solo un altro pretesto. In realtà ci hanno semplicemente gettato in mezzo alla strada, tutte e 21 le famiglie. Siamo davvero sconcertati da tutto ciò. Avevamo costruito delle famiglie perché avevamo creduto nella nostra stabilizzazione dopo tre anni", ha concluso Picariello.

Trezza: "Una situazione creata da sindacato e azienda che ci hanno elegantemente accompagnato alla porta"

"Questa situazione è stata creata da sindacato e azienda, è bene che sia chiaro una volta per tutte - ha dichiarato Sergio Trezza, che più volte si è fatto portavoce dei lavoratori -. Noi abbiamo sempre ribadito un solo concetto: il rispetto e la salvaguardia del lavoro. Queste cose si risolvono con l'azienda e i sindacati attraverso la diplomazia. Noi abbiamo sempre seguito il sindacato. Poi sento Altieri parlare di mobilità, ma la mobilità è un'altra cosa rispetto all'accordo siglato il 14 giugno che parla di una proposta, non di un accordo, secondo cui viene assunto un operaio ogni tre persone in uscita.Ma se io sono un operaio della Denso e mi manca un anno di pensionamento, e l'azienda non offre una proposta economica per accompagnarmi alla pensione, perché dovrei licenziarmi e andarmene, perdendo non solo parte del salario, ma anche alcuni benefici contributivi? Quindi l'accordo deve essere fatto, ma ci deve essere anche una proposta economica da parte dell'azienda, perché se aspettiamo la mobilità, quella interna non avverrà mai. Quindi, pubblicamente dico che questa è una forma di licenziamento dolce. Ci avete elegantemente accompagnato alla porta. Perché, altrimenti, non capisco le dichiarazioni di Altieri di mercoledì scorso: che c'entra la mobilità e fare un sit-in ogni sei mesi, quando invece avete parlato di incentivi?".

"Quindi - ha ribadito Trezza - dalla prossima settimana ci impegneremo a scrivere al sindaco e al Prefetto, perché questa situazione non si risolverà senza un contraddittorio. Siamo disposti a un confronto pubblico tra le due parti, altrimenti si rischia di dire cose non vere. La verità è questa: noi abbiamo cercato per un anno e mezzo di lavorare con gli ammortizzatori sociali. Quando la Denso ha revocato il contratto commerciale, con Manpower, lo Stato aveva prolungato gli ammortizzatori sociali fino al 31 dicembre 2022. L'azienda ha licenziato 24 persone con una liquidazione di 123.000 euro. Il sindacato non avrebbe dovuto far licenziare 24 persone per 123.000 euro. Avrebbe dovuto far prolungare gli ammortizzatori sociali e accompagnare le persone fino al 31 dicembre. Se fossimo ancora stati agganciati agli ammortizzatori sociali, oggi noi staremmo lavorando perché nessuno si sarebbe licenziato dato che c'erano i 60 giorni. Saremmo arrivati alla fine di febbraio e poi a marzo, quando l'azienda ha ripreso la produzione".

"Questione Denso: eccezione negativa del sindacato: chiederemo aiuto al Vescovo e a tutte le forze politiche"

"Quindi siete voi - rivolgendosi ai sindacati - che non avete accelerato, che non avete imposto all'aziende di trovare una soluzione immediata, perché noi siamo operai che non facciamo parte del nuovo, ma di una partita vecchia che andava chiusa prima di aprire un nuovo capitolo. E invece sono stati assunti 70 o 80 interinali. Il sindacato, per me, deve fare il suo lavoro e la questione Denso è un'eccezione negativa del sindacato".

"Noi vogliamo lavorare. La Denso è una multinazionale e non possono essere un problema 10 posti di lavoro", conclude Trezza. Dal Vescovo al presidente della Regione Campania e a tutte le forze politiche. Gli operai Denso sono pronti a chiedere aiuto a chiunque. Dopo aver rilasciato le dichiarazioni, si sono infatti recati sotto la sede del Vescovado di Avellino, dove hanno chiesto di poter incontrare Monsignor Arturo Aiello. Il Vicario generale della Diocesi di Avellino, Pasquale Iannuzzo, si è assunto l'impegno di far avere loro un incontro con il Vescovo.

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