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Mercogliano nel silenzio per l’ultimo saluto a Roberto: “Da questa morte deve nascere tanta vita”

Svolti i funerali di Roberto Bembo, sotto gli occhi spenti e stanchi degli amici: "Non è un addio... brilla amico mio!"

Nella giornata di oggi, nella chiesa dell'Annunziata in via Amatucci a Mercogliano, si sono svolti i funerali di Roberto Bembo. Silenzio, un mare di gente e palloncini bianchi hanno accolto il feretro del giovane, brutalmente ferito la mattina di Capodanno, che ha lottato per oltre dieci giorni tra la vita e la morte all'Ospedale Moscati, ma non ce l’ha fatta. Silenzio rotto solo dal pianto dei familiari e dei tantissimi amici che, nelle ultime due settimane, si sono raccolti prima per lottare con Roberto poi per stringersi nel dolore della sua dolorosa scomparsa. All'ingresso della chiesa, fin dall'arrivo del feretro, era presente uno striscione con la scritta: "Non è un addio... brilla amico mio! Ciao Bembò!". 

Mercogliano nel silenzio per l’ultimo saluto a Roberto Bembo

Il vescovo Aiello “Cari giovani, da questa morte deve nascere tanta vita”

A celebrare le esequie il Vescovo di Avellino, Monsignor Arturo Aiello: “Siamo qui, credenti o no, non è importante, seguendo il cuore. Qui dove possiamo chiedere misericordia per Roberto, per i genitori che chiedevano altro, ma anche per gli aggressori. Mi rivolgo a tutti i ragazzi presenti, e anche a quelli che non ci sono, perché se c’è un pensiero che ha sicuramente attraversato la mente dei genitori è questo: fa’, o Signore, che questa morte non sia vana”.

Attorno all’altare, oltre al Vescovo e all’abate, erano presenti tutti i parroci di Mercogliano: “Una morte drammatica - ha proseguito il Vescovo di Avellino - che lo sarebbe ancora di più se si passasse davanti al prossimo. Perché dietro questa morte c‘è un modo di vivere dentro il quale noi non ci ritroviamo. Una serie d'interrogativi che dovrebbero portare le istituzioni a un atto penitenziale perché la colpa, cari giovani, non è vostra ma nostra. Non abbiamo saputo raccontarvi la gioia di vivere, di bere un bicchiere di vino senza ubriacarsi, la gioia di divertirsi senza eccessi, d'incontrare le persone dal vivo e non su Facebook, la gioia di aspettare le primavere che si inseguono. Non siamo riusciti a raccontarvi la vita nelle sue espressioni più semplici, in un bacio che non sia sesso violento, in un abbraccio che non sia strangolare una persona, quell’entusiasmo che nasce dal cuore e non dalle sostanze chimiche”.

Moltissime persone hanno ascoltato le parole del Vescovo anche dall'esterno della chiesa, dove è stato posizionato un altoparlante: “Cari giovani Gomorra non è un idolo da seguire. Non ci accorgiamo che c’è tanta guerra, ci sono tante faide nelle nostre strade", ha affermato con vigore monsignor Aiello. "Questa è la morte di tanti sogni che Roberto aveva e non potrà realizzare, ma voi che avete ancora in mano la vostra giovinezza non la sprecate con il primo Lucignolo che vi porta nel Paese dei balocchi e vi uccide. Una controffensiva, quello che si è temuto in questi giorni, non sarebbe il modo giusto per onorare la sua morte”.

Il saluto degli amici di Roberto: "Non è un addio, è un arrivederci. Brilla più che puoi!"

Prima dell’uscita del feretro ricoperto da rose bianche, le parole del sindaco di Mercogliano Vittorio D’Alessio: “Odio e vendetta non sono la risposta giusta. Giustizia sì, e noi la auspichiamo, la vogliamo, la pretendiamo. E pretendiamo che sia veloce, severa ed esemplare, che non contempli alcun attenuante. Che non lasci a nessuno l’idea che la si possa far franca o che se la possa cavare con piccole pene, chi toglie la vita ad un’altra persona”. “Addio Roberto - ha concluso - ti prometto che le lacrime della tua famiglia, tutte le nostre lacrime di oggi, non saranno vane. Lavoreremo affinché queste lacrime possano essere semi di speranza per tutti noi e per la comunità di Mercogliano”.

Il saluto degli amici di Roberto: “Abbiamo vissuto momenti indimenticabili insieme, il nostro nemico è stato il tempo. Non riusciamo a smettere di pensare che non sarai più tra di noi con un dolore che in undici giorni ha assunto diverse sfumature. Mancheranno le tue risate, le tue “bembate”, la tua generosità, le tue parole di conforto. Sarai sempre il nostro eroe che ci darà coraggio e forza. Ci hai fatto capire che ci serviva un eroe che ci salvasse dal baratro in cui siamo caduti. Non è un addio, è un arrivederci. Brilla più che puoi!". 

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