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Volley, l'Italia femminile sorde è campione d'Europa, ma il sogno dell'irpina Serena Solimene è appena iniziato

Avellino Today ha raggiunto la giovane di Atripalda; una delle ragazze che, con talento e carattere, c'hanno regalato un sogno

Ci sono vittorie che vanno ben oltre il semplice successo sportivo. Vittorie che hanno radici profonde, radicate in una vita difficile, temprata da complicazioni, come l'essere privi dell'udito, che ti tolgono molto più di quanto si possa immaginare. Non puoi sentire le melodie, non puoi udire la voce di una persona amata, non puoi ascoltare il suono del mare, così come quello della natura e finanche  della strada.

Non avere l'udito puo forgiarti come poche altre cose; rendendoti un solido pezzo d'acciaio. Rendendoti un fuoriclasse della vita e anche dello sport, come sono ora le attuali campionesse d’Europa. La Nazionale italiana di volley femminile sorde ha sconfitto la Russia per 3-0 (25-13; 25-19; 25-16) nella finale andata in scena al PalaPirastu di Cagliari, salendo, così, sul gradino più alto del podio, per la prima volta nella storia.

Avellino Today ha raggiunto Serena Solimene, 30 anni di Atripalda, una delle ragazze che, con talento e carattere, c'hanno regalato un sogno: 

L’Italia del volley femminile sorde non era mai andata oltre l'argento. Adesso, dopo una cavalcata gloriosa in cui avete dettato legge anche contro le favoritissime russe, avete conquistato il metallo più prezioso. Che emozione è stata per te?

"È stata un'emozione unica e indescrivibile difficile da spiegare. Posso dire che non ho mai provato emozioni così forti in tutta la mia carriera pallavolistica. Ne ho provate tante anche in una finale o in partite importanti ma mai come queste e soprattutto non dimenticherò la bellissima sensazione di segnare l' inno sul podio insieme alla mia squadra . La parola chiave di questo europeo è stata "gruppo".Siamo rimaste sempre unite dall'inizio fino alla fine, ci siamo supportate sempre, sia in campo che fuori dal campo. Abbiamo giocato tutte e 14, senza escludere nessuna".

Conosciamo l'atleta Serena Solimene, ma quali sono le tue passioni oltre al volley? 

"Attualmente studio ingegneria edile-architettura e mi mancano pochi esami alla laurea. Oltre alla pallavolo mi dedico qualche volta alla fotografia per passatempo, agli amici, alla famiglia".

Sei partita dall’Irpinia per conquistare il mondo, ma quanto sei legata alla tua terra?

"Penso che il legame con la propria terra sia di fondamentale importanza per tutti noi perché contribuisce a renderci quelli che siamo grazie anche agli amici e alla famiglia". 

Voi ragazze del volley femminile sorde avete dimostrato di avere tanto talento quanto forza di carattere. Le difficoltà della vita vi hanno temprato rendendovi le donne che siete ora. Una forza della natura cui ispirarsi per vincere le battaglie che la vita ti pone davanti. Tu ti senti un modello da seguire non soltanto dal punto di vista sportivo, ma anche da quello caratteriale? 

"La nostra sordità è una disabilità invisibile. Siamo persone autonome come tutti. Ma in campo giochiamo senza protesi o impianto cocleare quindi sfruttiamo molto il contatto visivo. Io sono una persona generosa pronta a dare una mano a chi ne ha bisogno e a dare consigli e mi piace rendermi disponibile per qualsiasi cosa".

Adesso quali sono i tuoi prossimi obiettivi nello sport e nella vita?

"In primis uno dei tanti e importanti obiettivi è quello di laurearmi e trovare lavoro. E poi non mi dispiacerebbe prendere qualche altra medaglia". 

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