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Prime settimane di scuola: come affrontarle?

Un cambio rapido che porta alla fine delle vacanze estive può generare stress e stanchezza. Qual è il segreto per sopravvivere?

L’inizio della scuola, oltre ad essere un momento emozionante per genitori e piccoli, segna anche uno spartiacque tra le vacanze estive e la loro fine. E se dal punto di vista metereologico, possiamo ancora concederci delle giornate di sole intenso, al tempo stesso inizia ad accentuarsi una progressiva stanchezza, derivata da un cambio di abitudini molto netto.

Come affrontare dunque la prima settimana di scuola? Non è facile e ogni stanchezza è legittimata. Ma si può provare a cambiare il punto di vista: non è solo la prima settimana di scuola per gli alunni, ma anche per il personale docente, che deve rimettersi in carreggiata mantenendo la cura e l’attenzione che spetta al proprio ruolo. Ecco qui di seguito alcuni consigli per “sopravvivere” (in senso buono, s’intenda: non è la fine del mondo) a questo nuovo inizio.

Ascoltare il proprio corpo

Sicuramente il corpo racconta molto di noi e, come accade in un altro mese di rientro alle abitudini ossia gennaio, può capitare che dia dei segnali di stress o di eccessivo carico, fisico e mentale. In questo caso è buona norma rallentare: le vacanze sono appena ricominciate e non è necessario entrare in un processo mentale di continuo fermento.

Gli studenti, soprattutto quelli che affrontano un anno delicato come quello della maturità, sono maggiormente esposti a questa stanchezza. Quando è possibile quindi è consigliato respirare all’aria aperta, passeggiare e fare attività fisica. Ma c’è anche un’altra cosa, strettamente collegata a questa…

Staccare la testa dalla tecnologia

Oggigiorno è difficile disconnettersi realmente dai vari devices tecnologici, basti pensare che alcuni di questi li abbiamo introdotti anche a lavoro e, nel caso degli studenti, a scuola come supporti per l’apprendimento. Se calcoliamo inoltre che l’utilizzo dello smartphone è sempre più alto, soprattutto tra i giovanissimi, il rischio è di trovarsi in burn out da tecnologia.

È sempre meglio concedersi qualche ora al giorno lontani dalla tecnologia, in modo da distendere i pensieri e godersi un momento di relax.

Studiare un po’ al giorno

Sì, è vero: è lunedì e l’interrogazione è venerdì prossimo. Ma perché non iniziare a suddividere il proprio orario di studio per non trovarsi pieno di cose da fare alla fine? Il detto “non rimandare a domani quello che puoi fare oggi” è sempre corretto: il problema è che ce ne accorgiamo troppo tardi.

Concedersi del tempo e studiare un po’ al giorno è il segreto per entrare nel contesto senza dover impazzire. L’approccio è semplice e non implica sacrifici, anzi. Permette di far coesistere tutto il resto delle attività quotidiane proprio perché non è un’invasione, cosa che sarebbe potuta accadere rimandando tutto lo studio al giorno prima dell’interrogazione.

Pensare positivo

Sembra un’idea new age o poco concreta. In realtà pensare positivo ha sempre dato i suoi frutti. Chi ha detto che tornare a scuola debba essere per forza una costrizione? Chi ti ha detto che non torneremo mai al mare a goderci l’estate?

Pensare positivo in realtà è l’arma più forte che abbiamo per ritornare alla routine. Credere che le cose possano andare in maniera meno catastrofica dona alla mente e al fisico un’armonia che può essere coltivata per riaffacciarci in maniera definitiva nella quotidianità.

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