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La Giunta Regionale della Campania ha approvato la delibera per le “Aree di crisi non complesse”

Mario Melchionna: "Occorre investire creando sviluppo e occupazione nella nostra regione e in particolare nelle 'aree di crisi' individuate che, presentano potenzialità di sviluppo industriale"

La Giunta Regionale della Campania ha approvato la delibera per le “Aree di crisi non complesse”: agglomerati di Comuni al cui interno sono presenti aziende che avranno la possibilità di presentare progetti di ampliamento, ristrutturazione e riapertura e usufruire degli incentivi promossi dalla Regione Campania e dal Ministero dello Sviluppo Economico.

“La Giunta Regionale –afferma Mario Melchionna , Segretario Generale Cisl IrpiniaSannio- ha svolto una puntuale analisi dei sistemi locali di lavoro, considerando il numero di addetti al settore manifatturiero, le superfici destinate alle attività produttive e il grado di dinamismo territoriale. Obiettivo finale è sicuramente quello di investire creando sviluppo e occupazione nella nostra regione e in particolare nelle ‘aree di crisi’ individuate che, presentano potenzialità di sviluppo industriale. Più di 250 sono i Comuni della regione Campania classificati nelle ‘aree non complesse’, per quasi 3 milioni di abitanti e 124mila addetti alle attività manifatturiere. In Irpinia sono 88 i Comuni coinvolti (da aggiungere n.4 Comuni della Valle Caudina che figurano nell’area beneventana di Montesarchio) e nel Sannio 40. La Cisl ha preteso in più occasioni l’inserimento della regione Campania tra le regioni destinatarie dei benefici  previsti dai provvedimenti del Governo finalizzati a sostenere investimenti e riorganizzazioni industriali nelle aree di crisi. Le OO.SS. hanno individuato nel Tavolo di coordinamento interassessoriale la strada più idonea per  superare le difficoltà della normativa sugli  ammortizzatori sociali e  promuovere  e incentivare percorsi virtuosi per investimenti e nuovi insediamenti produttivi in Campania.  La Cisl si è battuta per evitare di privilegiare nella classificazione delle aree unicamente le grandi città metropolitane, in virtù del peso demografico , così da garantire un giusto equilibrio territoriale. La priorità -conclude Melchionna- è ricollocare i lavoratori rimasti fuori dai processi produttivi e tutelare i lavoratori esclusi da qualsiasi copertura economica”.

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