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De Mita si ricandida, ma pochi mesi fa diceva: "Lascerò la carica di sindaco"

Il leader dei Popolari cerca la riconferma nel suo Comune natale, ma pochi mesi fa temeva di essere considerato troppo "attempato"

Proprio lì, dove è nato nel 1928, Ciriaco De Mita sembra aver trovato il suo angolo di paradiso, un angolo che non vuole lasciare per nessun motivo. Ovviamente parliamo del piccolo comune irpino di Nusco (poco più di 4mila abitanti) che, oltre a dare i natali ad uno dei volti più noti della “Prima Repubblica”, è diventato anche il palcoscenico sul quale De Mita ha rilanciato nel 2014 la sua carriera politica: ex Presidente del Consiglio, più volte ministro e segretario di partito, europarlamentare.

La mancata “scesa in campo” per il Comune di Avellino, a voto il 26 maggio prossimo, aveva fatto realmente pensare ad uno stop definitivo per De Mita, ormai 91enne. Invece no. Infatti, a poche ore da quella rinuncia, il capo dei Popolari ha ingranato nuovamente la marcia, annunciando di voler essere riconfermato a Nusco, dove sfiderà Francesco Bincaniello. “Lo squallore in cui ci troviamo a vivere – ha spiegato agli organi di stampa - mi sollecita e sollecita tutti a non rimanere rinchiusi in se stessi. C’è un gruppo che mi avversa, simpatici ragazzi, ma senza idee. Accetto la sfida. Sono stordito dal trionfo della stupidità in politica”.

Nel commentare l’annuncio di De Mita, che parla di “stupidità”, non possiamo non ricordare la celebre frase di James Russell Lowell: “Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione”. La citazione del poeta casca a pennello, considerato che De Mita (uno non stupido, che in politica ci ha saputo - e sa - fare) proprio pochi mesi fa diceva tutt’altra cosa. Intervistato dal Corriere del Mezzogiorno, l’ex Premier, su una nuova candidatura a Nusco nell’agosto 2018 sostenne: “Vede, io ragiono in giorni. E spero che i giorni durino più a lungo possibile. Se legassi il mio impegno politico all’essere sindaco a Nusco, qualcuno potrebbe pensare che mi sono rimbambito. Lascerò la carica di sindaco”.

Stando alle parole (e ai fatti) le chiavi di lettura della neo-candidatura, quindi, potrebbero essere due: o De Mita ha realmente fatto confusione, oppure si è reso conto che per Avellino (Comune decisamente più appetibile) non si era in grado di poter raggiungere gli stessi consensi. Ognuno dia la chiave di lettura che preferisce, ma una cosa è certa: in un Paese dove si fanno proclami pro-giovani, la politica non rinuncia ai suoi “nonni”. O viceversa?

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