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Corte borbonica a Senerchia, il sindaco fa chiarezza

È la posizione dell’amministrazione di Senerchia guidata da Beniamino Grillo sul caso sollevato dal consigliere di opposizione Claudio Mazzone

«Un edificio mai vincolato come bene storico artistico». È la posizione dell’amministrazione di Senerchia guidata da Beniamino Grillo sul caso sollevato dal consigliere di opposizione Claudio Mazzone.
Il capogruppo di minoranza ‘Senerchia è tempo di Futuro’ polemizzava per l’abbattimento dell’edificio, definito «monumento fondamentale non solo per il nostro paese, ma per l’intera comunità senerchiese nel mondo», durante i lavori di messa in sicurezza della frana Acquara, finanziata con 6 milioni di euro.

«I tecnici della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Avellino, Salerno e Benevento, giunti a Senerchia per un sopralluogo, hanno redatto un verbale in cui precisano che per quello stabile – sottolinea il sindaco Grillo a nome di tutta l’amministrazione – non è stato mai emesso alcun decreto di vincolo come ‘edificio storico’, ai sensi di legge (L. 1089/39 e s.m. e i.)».

«Prima del terremoto – prosegue Grillo – l’edificio era proprietà di una famiglia locale. Poi è crollato per effetto del sisma ed escluso successivamente dalla perimetrazione del Piano di Recupero per motivi geologici. In quel punto, in pratica, non si poteva quindi più ricostruire. L’area su cui sono rimaste solo le mura perimetrali, senza nessun tetto, secondo i dettami della legge 219, diventa allora demaniale. Area, questa però, mai utilizzata proprio perché non rientrata tra quelle zone dove era possibile ricostruire. Il rudere – sentenzia il sindaco – non è mai stato un monumento, ma semplicemente un’abitazione. E non era recuperabile, in quanto sorgeva nel mezzo del cuore di una frana».

«Si tratta – prosegue Grillo – dell’ennesima bufala tirata fuori dalla minoranza. Ma c’è di più. In 10 mesi di mandato, riteniamo che questa volta sia stato davvero superato ogni limite. Le richieste, da parte della minoranza, di rilascio copie, interrogazioni, interpellanze e accesso ai documenti amministrativi, sono già oltre quota 6.200. L’articolo 37 del Regolamento Comunale sul procedimento amministrativo e sull’esercizio del diritto di accesso ai documenti amministrativi, sottolinea che “l’accesso non può’ diventare lo strumento per indefinite e reiterate richieste defaticanti e pretestuose oppure prodotte a scopi meramente emulativi, ispettivi, oppure palesementi finalizzati a condurre alla paralisi amministrativa”.

«Riteniamo che si stia andando ben oltre ciò che è nella competenza di una opposizione costruttiva e responsabile e ben oltre i limiti della proporzionalità e della ragionevolezza. Pertanto – conclude il sindaco – informeremo il Prefetto di Avellino di questa attività che dal nostro punto di vista è anomala e gli chiederemo di fare le sue valutazioni sul caso. Senerchia ha bisogno di tranquillità e di non cedere alle strumentalizzazioni che vengono sempre dagli stessi personaggi. Questa è l’occasione buona per mettere definitivamente in chiaro alcuni passaggi burocratici a chi trascorre le sue giornate a costruire bufale su bufale».

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