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Renzi show ad Avellino: "Cambiamo l'Italia, dura più un gatto in autostrada che un governo"

Il premier ha provato a fare chiarezza sui punti principali della Riforma Costituzionale

Ci sta provando in ogni modo Matteo Renzi a recuperare consenso, a scavare nel bivio di un'Italia divisa tra il sì e il no di una riforma che potrebbe cambiare alcuni punti chiave della Carta Costituzionale.

Tre, quattro appuntamenti al giorno, per due mesi, senza mai fermarsi. Scuole, fabbriche, piazze, teatri, ogni occasione è buona per convincere gli indecisi a votare sì alla riforma della Costituzione. Oggi il suo tour ha fatto tappa in Campania, prima a Napoli, poi ad Avellino dove sul palco del Teatro Carlo Gesualdo ha sfoderato le sue doti di indiscutibile comunicatore. Ma prima di scaldare gli animi del pubblico del Massimo cittadino ha incontrato in Prefettura i sindaci del capoluogo per ascoltare le istanze del territorio. Peccato però che per motivi di sicurezza non ha potuto rispondere alle domande della stampa, né al Comitato Salviamo la Valle del Sabato che lo aspettava all'ingresso del teatro.

Lo slogan renziano è sempre lo stesso, quello che ci ha riproposto in tutte le salse nei dibattiti e nei confronti televisivi: "Cara Italia hai voglia di cambiare davvero?". Lo ripete a gran voce dal palco del Gesualdo, dove non mancano le contestazioni da parte di un pubblico incredulo alle sue promesse. "Smettetela di guardare ai complotti - dice il premier - chi è bravo la cambia la realtà". Renzi tenta la carta della riflessione, suscita nel suo interlocutore la voglia di interrogarsi nel merito, di staccarsi dal dibattito politico che spesso scade nel becero litigio e invita il pubblico a farsi un'idea propria della riforma.

Qualcuno grida "mi hai convinto", altri lo criticano per la scelta di aver mantenuto l'immunità parlamentare. "Se le sentenze dichiarano che sei colpevole vai in carcere - si giustifica Renzi - L'immunità è superabile, è solo un elemento di garanzia che permette al deputato di non andare in galera per scelta politica. Capite bene che l'unico Paese che chiede di eliminare l'immunità parlamentare è la Turchia. Inoltre se vince il sì l'immunità resta solo a 630 deputati e a 100 senatori a monte dei 950 attuali".

E' ormai passato il tempo in cui Matteo Renzi ha legato la sua carriera di premier a quella dei quesiti referendari. Il premier si tiene ben lontano dagli errori di una tattica fallimentare che lo stavano traghettando su una sconfitta senza eguali. Adesso è tempo di cambiare piano. Nuovi concetti, nuovi cavalli di battaglia, nuove sfide. Una su tutte superare le antiche demagogie del passato. "La storia più bella d'Italia è il suo futuro e se lo dice uno di Firenze non è perché è un pazzo. Ho un grande rispetto per gli amori del passato come quello tra D'Alema e Berlusconi - scherza Renzi riferendosi a quello che fu definito il patto della crostata".

Visita di Renzi ad Avellino

Per il premier è il momento di voltare pagina, dare una svolta al Paese. La sua riforma è la ricetta giusta per guarire dalla paralisi: "In 70 anni l'Italia ha avuto 63 governi le riforme che stiamo facendo consentiranno di avere un governo ogni 5 anziché uno all'anno". Poi un ironico aneddoto: "La Merkel ha fatto il conto di quanti governi ha visto passare. Da noi dura più un gatto in autostrada che un presidente".

A questo punto lancia una sfida: "Se questo sistema non ce l'ha nessuno al mondo un motivo ci sarà?" Infine prova a fare appello alla responsabilità: "Tiriamoci su le maniche, mancano 30 giorni per cambiare l'Italia. Chi voterà no avrà tutto il mio rispetto, ma chi voterà sì si metta in gioco, si organizzi, crei dei comitati, sia parte attiva di questo momento determinante per la storia del nostro Paese".

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