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Anzalone scrive al Centrosinistra e lancia la "Rivoluzione gentile"

Luigi Anzalone scrive una Lettera ai Segretari provinciali dei Partiti di centrosinistra

La lettera ai Segretari provinciali dei Partiti di centrosinistra e del Partito Comunista da parte di Luigi Gesù Anzalone.

Signori Segretari,

Vi scrivo con animo aperto e fiducioso, confidando in una valutazione non pregiudiziale e sciatta, ma meditata e seria del contenuto di questa lettera.

Le ormai prossime elezioni amministrative ad Avellino non avvengono sotto i migliori auspici per il centrosinistra, segnatamente per il PD, partito in cui milito, e per le stesse forze di estrema sinistra. Siamo reduci da una catastrofica sconfitta: attraverso le urne del 4 marzo il popolo italiano ha rivolto la sua voce alta e potente contro di noi e a favore di pentastellati e leghisti. E' inutile e fuorviante demonizzare i vincitori: a loro, perché vi ponga fine, si è rivolto il grido di dolore e di insieme di protesta del popolo italiano; a loro si è rivolta la richiesta di un popolo perché venga aiutato a sciogliersi da catene orride, quali quelle che tengono legato un uomo vivo e a un morto, il sistema politico attuale.

A sua volta, Avellino vive in una situazione di assoluto degrado e paga un prezzo salatissimo all'inefficienza amministrativa. In una città già devastata da un cinquantennio, tranne brevi pause, di selvaggia, indiscriminata, devastante speculazione edilizia e di sventramento criminale del sottosuolo, si è aggiunta un'opera di pietrificazione che, novello, sciagurato Attila, fa sparire ogni traccia di verde. Lo spettacolo, una volta romantico, bello e fascinoso, del viale dei Platani si è risolto in quello di scheletri di piante poste quasi davanti a uno spettrale antinferno. I quartieri popolari sono abbandonati a se stessi, minacciati da frane; i prefabbricati pesanti sono ridotti a cadenti casermoni fatiscenti e sporchi.

Occorre, dunque, con un moto di intelligenza e un atto di volontà, imprimere una “Grande svolta” al modo di governare Avellino; occorre attuare quella che ho chiamato una “Rivoluzione gentile”: non solo per il modo democratico e partecipato, dialogante ed equilibrato, in cui si svolge, ma perchè ha come destinatario, come beneficiario unico, la nostra gente, chi meno ha, gli emarginati, i giovani, Occorre portare ad Avellino il buon governo, fare della politica pulita il nostro modo di essere, andare incontro in modo rapido, efficace e risolutivo al grumo di drammi e di problemi che stanno soffocando gli sfortunati abitanti di questo capoluogo di provincia.

Bisogna abbandonare le sciagurate vie del passato: ad esempio, non serve, è perdente e non credibile .un candidato sindaco che faccia, contro la sua stessa volontà, da sepolcro imbiancato sotto il quale si cela, viscido, osceno e vecchio, un verminaio di interessi egoistici e pravi,. che da troppo tempo succhiano il sangue ai cittadini di questa città.

Non è stata solo e semplicemente la sollecitazione di tanti amici e di tanti compagni a convincermi ad accettare di candidarmi come sindaco di Avellino. E' l'amore che porto ad Avellino che mi ha indotto ad accettare, forte io della mia inconfutabilità morale e degli ottimi risultati che ho conseguito nel governo della cosa pubblica (Provincia di Avellino, Regione)..

Colgo l'occasione di invitarVi a prendere parte alla manifestazione che avrà luogo mercoledì 21 marzo, con inizio alle 17,30, presso il Centro Sociale “S.:Della Porta” di Avellino, in cui esporrò le linee fondamentali perché Avellino possa tornare a vivere, e rinascere.

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