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Cultura Montefusco

Beata Teresa da Montefusco verso la canonizzazione, guariva i malati con la fede

L'analfabeta sapiente era nata a Montefusco, contribuì alla fondazione della Congregazione delle Suore francescane

Beata Teresa Manganiello, una contadina analfabeta che non sapeva né leggere, né scrivere. Molti la chiamano l'analfabeta sapiente, perché nonostante non avesse mai scritto niente la sua vita è ancora straordinariamente presente nella vita delle persone.

La sua storia lontana nel tempo e nello spazio, rivive continuamente nei racconti della comunità di Montefusco ed è talmente viva la sua presenza che qualche anno fa le è stato dedicato un film della Rai "Sui passi dell'amore". Un film semplice e commovente adatto soprattutto a coloro che credono che il mondo possa essere migliore grazie al sacrificio individuale di persone come. Teresa Manganiello che amò così tanto Dio da abbandonarsi completamente a Lui, senza la paura di offrirsi vittima per riparare i peccati del mondo. Per Teresa i bisognosi, i sofferenti erano immagini di Dio e personificazioni di Gesù, per cui amava soccorrerli tutti. Particolare attenzione aveva per i malati. Per essi aveva "creato" nella sua casa la "farmacia", con medicinali ricavati dalle erbe che lei stessa coltivava.

 La "Farmacia" di Teresa non conosceva turni o chiusura. Sempre aperta era il luogo dove la donna viveva nell'abbraccio giubilante con la povertà; qui si sentiva in comunione autentica con chi soffriva e fra i vari lavori svolgeva anche quello di infermiera: leniva il dolore, lavava con acqua tiepida le lesioni, con delicatezza le medicava con una pozione particolare preparata da lei stessa; curava micosi, scabbia, eczemi, malattie come le tigne, che figuravano nell'800 tra quelle più sordide della specie umana. Affidarsi alle cure di Teresa significava non cadere in balia del cieco empirismo dei medicastri del tempo. Nonostante la sua giovane età, ella metteva a repentaglio la sua reputazione e si esponeva al continuo rischio di contrarre le affezioni della pelle di cui erano portatori i poveri infermi che mendicava ed assisteva.

Teresa aveva un modo tutto suo, pieno di umanità, per assistere gli infermi: non solo li accoglieva nella sua casa, ma li cercava, sapeva dove essi si trovavano e andava da loro per dispiegare la sua azione curativa e caritativa. La cosa che colpisce nel cammino di questa contadina dell'Irpinia è la semplicità delle sue opere, mai straordinarie, mai segnate da profezie, o prodigi, ma solo da una forte devozione alla Madonna, che chiamava con dolcezza «Mamma mia, mamma cara, mamma immacolata», e da una vita di penitenze.

La sua storia è talmente carica di spiritualità che ultimamente ha ispirato anche la penna di Andrea Fazioli, 38 anni, giornalista, che ha scritto per la collana Vite Esagerate di Famiglia Cristiana: "La beata analfabeta. Teresa Manganiello, la sapienza delle erbe". Lo scrittore si è soffermato proprio sulle cure che la beata prestava ai malati. Fazioli è rimasto fortemente colpito dalla sua sensibilità, una sensibilità diversa dall'ordinario: lei guardava e sentiva, sentiva anche ciò che non vedeva. Avvertiva tra le verdi colline dell'Irpinia la voce dell'ignoto che la chiamava. Teresa però era una donna pratica, non si chiuse mai in convento, ma scelse di aiutare gli altri imparando ad usare le erbe. Lei, un'analfabeta, era sapiente più di tanti medici ed erboristi dell'epoca. Trasformava le erbe in cura, il suo misticismo in azione.

Nel 1873 fu ricevuta in udienza privata da papa Pio IX che contribuì, con la sua benedizione, a sostenere il suo progetto di fondare una Congregazione unica. Ma Teresa non poté mai vedere realizzato il suo sogno, perché pochi anni dopo morì, a soli 27 anni. Cinque anni dopo la sua morte, padre Acernese fondò la Congregazione delle Suore francescane immacolatine ed essa fu considerata madre spirituale e pietra angolare di questa istituzione religiosa. A 100 anni dalla sua morte, nel 1976, le suore della Congregazione avviarono la causa di beatificazione, un processo che si chiuse nell'arcidiocesi di Benevento il 29 settembre 1991. Gli atti furono approvati dalla Santa Sede il 12 dicembre 1992.

Il 22 maggio 2010 Teresa Manganiello è stata dichiarata beata. In questo Terzo Millennio, segnato ancora da tanta violenza, dall'odio e dalle guerre, Teresa si ripresenta come modello autentico di vita cristiana per aiutare tutti a edificare la civiltà dell'amore, della solidarietà e della pace. Ora non rimane che attendere il giorno della sua Canonizzazione.

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