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Cultura Frigento

Aperitivo in terrazza per presentare "La storia del calcio attraverso i suoi eroi"

A Frigento l'autore Garanzini presenta il suo ultimo libro dedicato al mondo del pallone

In collaborazione con il Comune di Frigento e la Pro Loco Frigentina, la cooperativa “Terra Mater- L’Irpinia da gustare” promuove la presentazione del libro “Il minuto di silenzio. La storia del calcio attraverso i suoi eroi” di Gigi Garanzini, edito da Mondadori. Venerdì 25 agosto alle ore 18.00 presso la suggestiva Terrazza Limiti di Frigento l’autore sarà preceduto da Giuseppe Sansonna, regista, documentarista e autore televisivo ('Zemanlandia' e 'The Cuban Hamlet, storia di Tomas Milian' sono due tra i suoi lavori più apprezzati). Nel ruolo di moderatore Nicola Filippone, giornalista dell'agenzia di stampa 'Il Sole 24 Ore Radiocor', frigentino. 

A seguire, l’aperitivo a base di prodotti irpini, a cura della cooperativa Terra Mater, con la partecipazione delle aziende Tabernae Colli Frigentini, Antico Castello e Dolci Terre.

L’autore. Giornalista sportivo, scrittore, conduttore televisivo e radiofonico, Gigi Garanzini, è stato definito una delle penne più nobili del giornalismo sportivo, che costruisce con arte una storia lirica del calcio mondiale. La “Spoon River” del calcio- come è stato definito il suo ultimo libro- è ‘un'impresa romantica, un libro scritto in stato di grazia, lieve come un fiore posato sulla tomba di un eroe’. Ha iniziato a scrivere al quotidiano La Notte negli anni 70. In seguito ha lavorato per il Corriere della Sera, per la Voce di Montanelli, Repubblica, Il Sole 24 Ore e La Stampa, per cui tuttora è editorialista. Negli anni 90 per la Rai ha condotto il Processo del lunedì, inaugurando il fortunato format dell'osteria del calcio: luci soffuse, toni pacati, e un tavolo con qualche buona bottiglia attorno a cui discutere di pallone con competenza. Per tredici anni a Radio 24 ha presentato la trasmissione quotidiana 'A tempo di sport’, un programma di culto per gli appassionati di calcio.
E' anche un produttore di vino. Con la moglie Maria Bianucci, giornalista anche lei, dopo decenni vissuti a Milano hanno fatto una scelta di vita importante: si sono trasferiti a Monforte d'Alba, un delizioso paesino nel cuore delle Langhe. Nel 2002 hanno iniziato a dedicarsi al vino quasi per gioco. Oggi la loro azienda agricola Bricco Giubellini produce quattromila bottiglie tra Barolo, Dolcetto d'Alba e il Langhe Rosso 'Eresia'.

Ha pubblicato ‘Il romanzo del Vecio’ (Baldini & Castoldi, 1997), dedicato a Enzo Bearzot, Nereo Rocco; ‘La leggenda del paròn’ (Baldini & Castoldi, 1999), ‘E continuano a chiamarlo calcio’ (Mondadori, 2007), Nereo Rocco; ‘La leggenda del paròn continua’ (Mondadori, 2009) e ‘Il minuto di silenzio’ (Mondadori, 2017).


L'incipit. "Dove sono Mumo, Lev, Helenio, George e Omar, l'abulico, l'atletico, il buffone, l'ubriacone, il rissoso? Tutti, tutti, dormono sulla collina. I cinque aggettivi sono quelli del secondo verso di Edgar Lee Masters. I personaggi, tolto Jascin che ci sta dentro in pieno, sono invece adattati con un pizzico di disinvoltura perché l'abulìa di Mumo Orsi era saltuaria assai, la buffonaggine del mago Herrera una componente studiata e coltivata del suo carisma. Mentre i vizi di Best e il caratteraccio di Sivori non ne hanno impedito l'ingresso nella galleria dei più grandi. La collina su cui dormono è una Superga dell'anima. Il rimando a Spoon River, deferente e inevitabile, spero non spudorato, si ferma qui. Questa è una semplice passeggiata della memoria, coltivata negli anni e immaginata con un centinaio di garofani rossi. La storia del calcio l'hanno scritta davvero in tanti. Un fiore e un minuto di silenzio per ciascuno. Ma silenzio-silenzio, senza che a funestarlo arrivi il bell'applauso di cui la società dello spettacolo non sa più fare a meno. Un minuto. Due-tre nel caso dei personaggi più straripanti: è quanto serve alla lettura di ciascuno dei ritratti. Per ricambiare le emozioni che hanno regalato a generazioni di appassionati. E insieme per riviverle, per continuare a tramandare le loro gesta, le imprese, e perché no, le umane debolezze. Tutti, tutti, dormono dunque sulla collina del football. Ragazzi come Meroni e Scirea, vecchie glorie come Di Stéfano e Matthews, cantori come Brera e Galeano. Se il calcio è rimasto di gran lunga il gioco più bello del mondo lo deve innanzitutto a loro: e ai tanti altri che è stato emozionante scoprire o riscoprire. Quand'eran giovani e forti ci hanno fatto battere il cuore."

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