La canzone di Zeza e il Ballo Intreccio: esplode l'allegria del Carnevale a Mercogliano
Tra le feste di Carnevale più belle non poteva mancare la Zeza di Mercogliano e la loro “la Canzone di Zeza & il Ballo Intreccio” che si svolge probabilmente fin dal '600. Il carnevale della Zeza si tiene quest’anno dal 4 al 13 febbraio.
L'inizio della kermesse, previsto per domenica 4 febbraio, avrà inizio alle ore 8.00, a Capocastello.
In locandina il programma completo
Cenni storici
Rappresentazione teatrale popolare antica tragicomica a trasmissione orale, tipica della Città di Mercogliano, che si inserisce in un contesto più vasto di manifestazioni carnevalesche, il cui significato originario risiede nell’antico valore sacrale che aveva la festa del Carnevale. Viene rappresentata nel periodo compreso tra il 17 gennaio e il martedì grasso di ciascun anno. Farsa tragicomica che si rifa’ alla Commedia dell’Arte, la sua origine risale al XVII secolo. I Personaggi chiave sono: Zeza Viola, ovvero Lucrezia, suo marito Pulcinella, detto Gran Turco, la loro figlia Purziella, ossia Porzia, nella nostra tradizione “Vicenzella”, il pretendente alla mano Don Nicola e il padrone della taverna Don Fabrizio, il Marinaio che oltre ad avere la parte cantata, guida il Ballo Intreccio. Particolarità della Zeza di Mercogliano è che la quadriglia, tipico ballo popolare eseguito tramite l’intreccio delle mani, qui viene eseguito con archi fioriti detti per l’appunto intrecci. La rappresentazione, che coinvolge quasi 200 protagonisti, avviene per strada o in piazza e i suoi attori sono solo uomini così come vuole la tradizione del teatro greco. La Canzone di Zeza celebra sotto forma di contrasto drammatizzato un rito matrimoniale e trae origine dagli antichi riti propiziatori. La Zeza di Mercogliano è inserita nell’Inventario del Patrimonio culturale immateriale campano con D.G.R. n. 205 del 07/10/2019.
Caratteristiche
La rappresentazione “La Zeza” di Mercogliano si compone di tre parti diacronicamente distinte ma senza soluzioni di continuità. La prima parte è costituita dal corteo processionale delle maschere, con accompagnamento della banda musicale. La seconda parte costituisce invece la rappresentazione vera e propria. Infine, la terza conclude la festa con la grande quadriglia finale, detta Ballo Intreccio. Lo spazio teatrale della rappresentazione si struttura attraverso due figure fondamentali: il cerchio di pubblico che circonda la scena e la linea continua del corteo processionale. Il giorno della rappresentazione tutti coloro che vi prendono parte giungono sul posto già mascherati e si dispongono a formare un corteo processionale che dovrà sfilare per le strade. In testa al corteo si dispongono i “Battistrada” che altro non sono che l’equivalente della maschera napoletana del pazzariello, ossia il banditore, a seguire i piccoli Pulcinella guidati da un Pulcinella anziano, a seguire ancora i personaggi in maschera che rappresentano gli antichi mestieri che si potevano trovare all’epoca e che interagiscono con la cantata. Subito dopo troviamo le maschere che raffigurano i personaggi del corpo centrale della Zeza della rappresentazione: Pulcinella con la moglie Zeza, la loro figlia Vicenzella vestita da sposa, con lo sposo Don Nicola, e a chiudere Don Fabrizio. Al centro del corteo si predispone la banda musicale, subito dopo il Marinaio con la sua pacchiana, i cacciatori e le pacchiane con gli archi fioriti che chiudono. A completare il corteo le altre maschere come il diavolo, la morte, il prete, il giardiniere, i vari venditori ambulanti e mestieri antichi ruotano intorno a quelli principali. Il corteo inizia a sfilare e dopo essere giunto nel posto scelto, si dispone in cerchio, in modo da formare uno spazio libero destinato alla rappresentazione. Si dà inizio alla Canzone di Zeza la cui vicenda si può sintetizzare così: Zeza, moglie di Pulcinella e madre di Vicenzella, vuol maritare la figlia. Pulcinella, nelle vesti di padre geloso, vorrebbe invece che la figlia restasse nubile o che comunque si sposasse il più tardi possibile. Si raccomanda perciò alla moglie affinché tenga Vicenzella ritirata in casa. Ma Zeza, vecchia ruffiana, lascia che la figlia venga corteggiata. Si fa innanzi un primo pretendente, il Marinaio, che dopo una fugace cena d’amore, viene scacciato da Pulcinella. Segue una scena di alterco tra Pulcinella, la moglie e la figlia. A questo punto entra in gioco il secondo e più importante pretendente: lo studente calabrese Don Nicola. Vicenzella, incoraggiata dalla madre, incontra di nascosto il suo spasimante. Ma la tresca viene scoperta da Pulcinella che caccia in malo modo il povero studente schiaffeggiandolo. Don Nicola va via offesissimo, ma ritorna armato di fucile per vendicarsi. Spara e ferisce Pulcinella. Sorretto dalla moglie e dalla figlia, Vicenzella implora il feritore che lo guarisca. Don Nicola accetta ma, in cambio, chiede il consenso alle nozze. La rappresentazione termina con l’invito rivolto agli spettatori a partecipare alle nozze e nel frattempo ci si dispone a ballare la quadriglia. Al termine del ballo si riprende il corteo e ci si sposta nel successivo luogo convenuto per la rappresentazione. (fonte sito web Zeza Mercogliano)