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16 ottobre, Festa di San Gerardo l'angelo di mamme e bambini

Per San Gerardo Majella sono attesi a Materdomini 40mila pellegrini provenienti da tutta Italia

Il Santuario di Materdomini è pronto ad accogliere oltre 40mila pellegrini provenienti da tutta Italia per festeggiare San Gerardo. Le celebrazioni eucaristiche sono iniziate alle 7.00, mentre alle 11.00 si terrà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Monsignor Pasquale Cascio, che introduce la tradizionale benedizione del grano per la semina nel piazzale della Basilica alle 12.00. La grande processione andrà in scena alle 17.00 con la statua di San Gerardo Majella per le vie di Materdomini prima dell’ultima messa e gli attesissimi fuochi d’artificio.

La stora del Santo Protettore 

San Gerardo Maiella nacque nelle vicinanze di Potenza nel 1726 e morì giovanissimo a 29 anni a Materdomini, in provincia di Avellino.

Entrato nei Missionari Redentoristi, Congregazione religiosa fondata nel 1732 da sant’Alfonso Maria de’ Liguori, come fratello coadiutore, Gerardo indirizzò la sua vita su questa massima: «Amare assai Iddio, unito sempre a Dio. Far tutto per Dio. Amare tutto per Dio. Conformarmi sempre al suo santo volere. Patire assai per Dio. È pena infinita patire; e non patire per Dio. Patire tutto e patirlo per Dio, è niente».
Nei suoi 29 anni di vita terrena, Gerardo, visiterà tanti paesi della Campania, della Basilicata e della Puglia. Dio lo guidava per la strada ardua e lo rendeva simile a sé. Ricevette il carisma della profezia, riuscì a tirare peccatori sulla via del bene rivelando i segreti del cuore, e a guidare alla vita monastica e alla perfezione anime consacrate con un apostolato esemplare.
Morì a Materdomini, il 16 ottobre del 1755 e la notizia della scomparsa del santo fratello volò sulle ali del vento. Una grande folla assalì la chiesetta e si strinse intorno al feretro. Si piangeva per impetrare protezione con la certezza di avere un nuovo protettore in cielo.

 San Gerardo è universalmente riconosciuto e invocato “Angelo delle culle”, “Patrono delle mamme e dei bambini”, “Protettore delle partorienti”, proprio perché Dio ha operato miracoli e prodigi a favore delle mamme nel periodo delicato della gestazione. Capita spesso che nelle situazioni più complicate ci si affidi totalmente al santo nella speranza che la strada verso il parto si possa spianare. Non a caso l’ambiente più suggestivo nel santuario di Materdomini è la sala dedicata alle nuove nascite, divenuta famosa come la “stanza dei fiocchi”.

La storia del fazzoletto di San Gerardo, l'angelo delle mamme
Uno degli episodi più straordinari del Santo è legato ad un fazzoletto ed una fanciulla. Già da giovanissimo Gerardo iniziò con i suoi miracoli, e che fossero tali ne era convinta tutta la popolazione. Un giorno, poco prima di morire, Gerardo fece finta di dimenticare un suo fazzoletto presso la casa di una famiglia che l’ospitava ad Oliveto Citra. Accortasene, una bambina gli corse subito dietro. «Gerardo, Gerardo!», urlò, «hai dimenticato il tuo fazzoletto». Ma Gerardo non volle riprenderlo indietro. «Tienilo, un giorno ti potrà servire», le rispose. Alcuni anni dopo, quando quella bimba, cresciuta, si sposò finì in ospedale gravissima per una complicanza, durante il parto. Oramai in fin di vita la ragazza si ricordò del fazzoletto di Gerardo,ormai morto, e chiese di aprirlo e posarlo sulla sua pancia. Non appena l’azione fu compiuta, i dolori cessarono e la donna partorì un meraviglioso bambino.
Questa è una storia molto sentita dai devoti che viene tramandata di madre in figlia. Per questo, ogni anno, il 16 ottobre, giorno della morte di San Gerardo, durante la celebrazione eucaristica il parroco benedice tutte le partorienti consegnando loro un fazzoletto da tenere con sé al momento del parto. Inoltre, per sottolineare questa particolare devozione nei confronti del Santo delle mamme e dei bambini, è stata collocata, nella Chiesa Madre da poco restaurata, una vetrata istoriata rappresentante proprio il miracolo del fazzoletto
La sala dedicata alle nuove nascite, situata ai piani bassi del santuario, è divenuta famosa come la stanza dei fiocchi. Sempre gremita di nastri, fiocchi e coccarde rosa e azzurre, che i nuovi genitori vengono a depositare non appena il miracolo di un altro figlio si è compiuto.

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