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Economia

AIR: Cambia il maestro, ma non la musica

La nota ufficiale

AIR nell’opinione pubblica, da sempre, è stata considerata un’azienda  forte, autonoma, ed in grado di sfidare il sistema dei trasporti. A dimostrazione della sua grandezza, nel tempo, ha finanziato di tutto e di più. Purtroppo con il passar del tempo sta emergendo palesemente tutta la sua vera fragilità e della sua pomposità ne resta solo il ricordo.
In fatti, il colosso con i piedi di Argilla, nell’aprile di quest’anno e nel silenzio più totale, ha effettuato uno straordinario  scorporo societario: da una parte AIR spa, titolare di tutti gli immobili e beni patrimoniale e  dall’altra l’AIR Mobilità srl, titolare del servizio e di un  parco autobus ormai decotto e fortemente inquinante. Operazione di scorporo fatta per tutelare il patrimonio e far rischiare  solo i lavoratori.  Lavoratori, che dopo aver fatto sacrifici si vedono  privati di una garanzia patrimoniale e sbattuti in una azienda “ povera”  che, a sua volta,  per poter tentar di sopravvivere   e per poter partecipare alla gara regionale è  stata costretta, con il cappello in mano, a cercarsi un socio.
Nel frattempo, sulla gestione, nulla è cambiato, anzi. L’ ing. De Sio,  titolare di un  doppio incarico di Amministratore sia all’AIR spa, che all’AIR Mobilità, stà effettuando una conduzione delle aziende  a dir poco sui generis. Cosa che non si addice a chi ha il compito di gestire un bene pubblico. Promozioni facili, vedi l’ultima infornata fatta agli amministrativi  recentemente, continua a mantenere tre diversi trattamenti del personale, tra quelli dell’ex CTI ATI, tra quelli ex EVA di Benevento e gli storici dell’AIR.  Non ci vuole molto  per  comprendere che questa stato di cosa crea grandi problemi organizzativi, e nonostante anche  le nostre reiterate richieste non viene affrontato. E nel mentre sul piano regionale altre aziende di trasporto pubblico per far fronte al fabbisogno di personale, effettuano i concorsi in modo trasparente, qua all’AIR Mobilità si arriva al paradosso che quasi un terzo della forza lavoro, è  fatta di personale precario interinale, con tutto quello che questo comporta  e con modalità  di selezione particolari. Le due autostazioni, quella di Avellino e Grottaminarda, che rappresentavano una risposta ambientale e organizzativa soprattutto quella per la citta di Avellino, restano ferme al palo. Ci troviamo di fronte solo a dichiarazione di sola  buona volontà, senza nulla di certo e  di concreto, da parte dell’ing. De Sio. 
In questo scenario quello che è a rischio il futuro dei lavoratori e  di un servizio non  certo  qualificato, sull’intero bacino di Avellino e Benevento. 

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