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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

L'influenza del rating e dello spread sui mercati finanziari italiani

Una panoramica sulle valutazioni delle agenzie di rating e l'impatto sullo spread e sui titoli di stato in Italia: di Carmine Cioppa

I mercati finanziari sono sensibilissimi a qualsiasi notizia che possa anticipare gli scenari futuri, che, non di rado, orientano con le loro stesse previsioni. Il loro andamento viene misurato, a valle, da alcuni indici giornalieri che sintetizzano la media dell’andamento di un paniere di titoli azionari od obbligazionari ed è influenzato, a monte, da valutazioni di analisti ed agenzie specializzate.

La quotazione dei titoli azionari e dei prodotti finanziari assimilabili tiene conto, in genere, del settore in cui le aziende operano, dei risultati dei bilanci di più esercizi, degli utili distribuiti, degli investimenti futuri , dell’attenzione alle innovazioni, .e non ultima, della ecosostenibilità dell’intero ciclo produttivo

Le obbligazioni,  emesse da singole società spesso riconducibili a grandi gruppi  e definite “corporate”, vengono quotate in base a tre fattori fondamentali : l’affidabilità del  gruppo di appartenenza, l’appetibilità del tasso, e la durata.

Assimilabili alle obbligazioni sono i titoli di Stato –bot, btp, cct - emessi per finanziare il debito pubblico. A valutare  il grado di solvibilità,  nel nostro caso,  dell’Italia, e la conseguente previsione di pagamento puntuale, alle scadenze, di capitale ed interessi, provvedono le Agenzie di rating, soggetti autonomi ed indipendenti. Standard&Poor’s, Fitch e Moody’s sono i tre soggetti che  fanno le pulci al nostro Paese ed, alla fine danno un voto, come per i compiti, anche col ricorso ai più e meno come si faceva una volta a scuola.

I voti vengono espressi in maniera diversa, ma, nella sostanza,  sintetizzano lo stesso concetto : Il voto massimo è AAA (tripla A), quello da bocciatura è D. L’Italia ha un voto BBB (tripla B), con outlook negativo. Outlook significa previsione su quanto può accadere nel futuro immediato, in tema di stabilità di governo, politica fiscale,  occupazione, aumento della produttività, riduzione del tasso di disoccupazione  ecc…

Questo voto influenza lo spread , cioè la differenza. che l’Italia, paga, purtroppo in più,  rispetto alla Germania, Paese virtuoso, per titoli a 10 anni, un arco temporale non contingente ma di medio/lungo termine.

Lo spread , che  attualmente oscilla intorno ai 200 punti base, è una specie di  premio per l’investitore, per indurlo ad assumere un maggior rischio. 

Attualmente (23/10) un Btp a 10 anni quota 4,87 euro, mentre un bund tedesco, per la stessa durata, quota 2,92.

Questo significa pagare quasi due punti in più per continuare a finanziare il nostro debito pubblico, che sfiora i 2850 miliardi.

Ecco perché il Governo, ma prima ancora l’intero Paese, ha tirato un sospiro di sollievo  sapendo che Standard & Poor’s ha confermato il rating sull'Italia, che rimane fermo a BBB, ed ha  mantenuto  stabili le valutazioni sulle prospettive del Paese.

Il 10 novembre  anche Fitch presenterà il suo rating, ma la preoccupazione è per il rating che il 17 novembre comunicherà Moody's , perché  questa Agenzia, a maggio scorso, decise di non aggiornarlo  ed, in un report,  parlò di un eventuale declassamento  dell'Italia nella categoria 'junk', cioè dei titoli spazzatura.

Forse ora ne sappiamo qualcosa in più, per cui, se sentiremo parlare, nei dibattiti televisivi, di rating, outlook, titoli junk e di modifica  dello spread rispetto ai bund, non cambieremo canale, ma ci limiteremo a sorridere ricordando che qualche secolo fa, nei Promessi Sposi, don Abbondio usava la stessa tattica ricorrendo al latinorum per confondere Renzo.

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