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Cronaca

Violentò un minorenne di Avellino, si toglie la vita in carcere

L'uomo aveva consapevolmente trasmesso anche il virus dell’HIV alle sue vittime

Un uomo di 40 anni, da tempo malato di Aids, detenuto in carcere per adescamento in rete di minori, si è tolto la vita impiccandosi.Tra le sue vittime anche un minore della provincia di Avellino, difeso dall’avvocato Rolando Iorio. Il ragazzo, che all'epoca dei fatti aveva 15 anni, era stato violentato sotto la minaccia di un coltello puntato al ventre. L'uomo aveva consapevolmente trasmesso anche il virus dell’HIV alle sue vittime. 

La morte è avvenuta nel carcere di Secondigliano

La notizia del suicidio si è diffusa nell’udienza preliminare in corso presso il Tribunale di Salerno. La morte è avvenuta nel carcere di Secondigliano. Lo scorso 4 ottobre, dinanzi al Gip del Tribunale di Salerno, le vittime erano state ascoltate nel corso dell’incidente probatorio, confermando tutte le accuse nei confronti del loro aguzzino.

A comunicarlo è il garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello:

“Ancora una volta si muore di carcere contravvenendo allo spirito costituzionale che all'articolo 27 recita che il carcere ha una funzione rieducativa e di socializzazione”. “Anche in questo luogo così remoto vanno rispettati i diritti e la dignità delle persone" aggiunge Ciambriello. Secondo il garante “quando si muore di carcere ed in carcere è una sconfitta per tutti: sia per gli operatori che si prodigano quotidianamente, tra mille difficoltà per rendere più umane le pene, sia per la politica che ha fatto del carcere e, più in generale, della giustizia penale, un luogo di afflizione, di vendetta ed esclusione sociale". A parere di Ciambriello “occorre bilanciare la certezza della pena, il bisogno di giustizia delle vittime, con la possibilità di recuperare e far ricominciare a chi ha sbagliato”.  

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