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Cronaca Montella

Terremoto 1980, Angelo nel giorno della ricorrenza: "La terra si aprì veramente"

Oggi è l'anniversario del più distruttivo terremoto moderno e recente che ha interessato il territorio italiano

Il terremoto dell'Irpinia e Basilicata del 23 novembre 1980, 38 anni fa. Oggi è l'anniversario del più distruttivo terremoto moderno e recente che ha interessato il territorio italiano.
Propongo un ricordo di un amico che è stato mio allievo che ha vissuto l'evento nell'area epicentrale a Montella (AV):

Angelo Capone, geologo, grande pescatore di trote a mani nude oltre che attento e preparato professionista ricorda quei momenti vissuti a Montella.

"Quella SERA un URLO immane e profondo risalente dalle viscere della TERRA investì le povere case (non antisismiche) degl'IRPINI e dei LUCANI scampati all' ESODO cosiddetto rurale. LA TERRA si aprì veramente, (con uno scalino beante, alto un metro e con frattura a giorno evidente), sul "PIANO delle PECORE" nel Massiccio del monte MARZANO, epicentro sopra Colliano-Laviano, oltre San GERARDO a Maiella di Materdomini, in sx idrografica del fiume SELE. Io ero a casa, piccola struttura in legno appena finita di montare, seduto sul camino acceso, in procinto di dare nutella ad una bimba, figlia di amici, quando, alle 19:34 di quell'orribile sera, esclamai: " Ma stò str..scemo proprio mò doveva passare per far ballare ogni cosa?" Avevo pensato ad un CATERPILLAR cingolato e invece: "TREMA!!!" urlai, prontamente e portai subito la bimba sotto la porta d'uscita tenuta appositamente aperta. 
Assieme a mia moglie, in 3, abbracciati, aspettammo che finisse, ma: Tra-Tra-Tra e 'Ntru-'Ntru -'Ntru del legno oscillante e, contestualmente un VRUUU'... di fondo, l' URLO imperioso, continuo, e il tutto che non terminava mai! 
Sembrava che finisse e invece ricominciava: a 20 e poi a 40 sec. e fino a tutti i 90 secondi infiniti, (3 Sismi in uno), per poter correre giù per le scale e cercare i parenti. Messi tutti in sicurezza, in spazi aperti, con altre persone più o meno atterrite..., corsi verso il rione Fontana. 
Da noi, a Montella (AV), si dice , tramandato oralmente dagli Avi: " QUANDO SORBO (costruito su roccia calcarea) L'HA SENTITO, FONTANA (costruita su detriti sciolti e in falda acquifera amplificanti) E' CADUTA". Perciò, da secoli: Quanno Suorio l'è sintuto, Fontana è caruta! 
Una immediata, semplice ma efficace metafora della moderna MICROZONAZIONE SISMICA che i geologi fanno sul territorio dividendolo in ZONE e per grado, tipologia di RISCHIO e di edificabilità. 
Invero, a Fontana, in via Libera camminai sulle macerie..., La CASERMA dei Carabinieri, primo presidio(?) di un territorio, era semicrollata e alcuni presenti quasi in stato di shock; di fronte, in via Piedipastini, dissero che era crollata una casa. Una scena dantesca all'interno, da incubo: 4 piani più tetto apparentemente in piedi, ma dentro il portone aperto, nella colonna verticale: il vuoto, nessun pavimento, si vedeva direttamente il cielo. 
Tutti i solai, (con tante travi/pali di castagno variamente inclinati, calcinacci di supporto alle mattonelle, tetto spingente d'embrici compreso e parte dei muri edificati con pietre arrotodate del torrente adiacente), erano caduti nel piano interrato, fino a riempirlo e a coprire ogni cosa, ogni vita, ogni alito, ogni gemito di bimbo. 
Solo un'anziana, corpulenta signora di Nusco, era rimasta in vita, intrappolata fino al petto nelle opprimenti macerie e a chiedere aiuto. 
Assieme ad un giovanotto che diceva di essere il fidanzato di una ragazza là sotto, dopo ore, munito di guanti ed elmetto, liberammo la donna e, successivamente, adiacente ai suoi piedi, mettemmo a giorno metà del corpo della sua ragazza. 
Il medico Pinuccio Delli Gatti, con un lume di fortuna, mi disse di mettere il ditone sulla giugulare e verificarne il battito. Ma, là sotto, nel buio della notte, non palpitava, non batteva più niente; brancolai sulle macerie, tra pali, pietre, mattoni, tavole, mobili rotti, nell'odore di fumo e di calcinacci; altri due bimbi e una donna con handicap mancavano all'appello, e potevano essere ovunque sotto 2-3 metri di macerie. 
La replica dell'una e trenta circa, con ulteriori cadute dall'alto, ci fece desistere da ogni ipotetico tentativo. 
I SOCCORSI: dopo due giorni. 
Un senso di impotenza e di colpa mi attanagliavano. Dopo ore di passamano, essi trovarono gli altri 3 corpi: 4 MORTI (!?) oltre il piccolo portale in breccia nuscana/portone di via Piedipastini. 
Perché? 
I giorni a seguire, coordinati da un giovane prof. di Scienze della TERRA della Federico II, itineranti per il cosiddetto CRATERE, (fascia epicentrale NW-SE /Lioni, Caposele, Calabritto, Conza,Teora, Valva, Santomenna... ), a cercare di decodificare i tanti perché geosismici: le faglie, le frane, le liquefazioni, le espulsioni, i rotolii di massi, gli scortecciamenti dei versanti, le oscillazioni amplificate, le vette, i crinali, le doline, le sorgenti essiccate o incrementate, le zattere di formazioni fondali risonanti, i terrazzi, gli strati verticali, gli esiti particolari del sisma assassino... 
Di situazioni raccapriccianti, simili o peggiori del PORTONE a Piedipastini, (che ancora non sono riuscito ad elaborare), ne abbiamo viste tante, troppe, direi, nel DRAMMA TOTALE: crolli generalizzati e parziali, tetti spingenti, lesioni incrociate, pilastri sgretolati, calcestruzzo depotenziato, cemento armato piegato, ferri e staffe distanziate, interi manufatti sezionati e con stanze a vista su comparti sbriciolati, fosse comuni di bare allineate, cimiteri smembrati, persone sioccate brancolanti su montagne di macerie impolverate, varianti impazzite... 
Invano cercammo il rigetto a giorno/scalino/ della faglia sismogenetica involontariamente assassina. Più tardi, a bocce ferme, lassù a Colliano, la trovò un ricercatore inglese. Non trovammo nemmeno i cinici 3 compari ridacchianti dell'AQUILA; forse c'era ancora la vergogna, o erano a fare, subdolamente, i primi tirocini sul campo, tra affaristi, sciacalli e politici politicanti. Troppi fiumi di parole, di carte e di soldi oltre il Cratere, per centinaia di Km e per maniglie d'oro e stucchi preziosi, a scapito di ristrutturazioni di elementi portanti deputati a resistere a quelle onde P, S, R ed L /spesso iperaccelerate, (come ad Amatrice e all'Aquila), oltre quello 0,25g legale ( g= 9,8m al sec per ogni sec) e più prossime all'accelerazione di gravità (g) e, perciò, capaci di far saltare i PISCONI, i MURI , le pietre arrotondate delle povere case dei residenti e dei migranti irpini e finanche il cemento, ben armato, dell'Ospedale di Sant'Angelo dei Lombardi radicato, con spessa platea, nei conglomerati poligenici del volume significativo fondale. Il sacrificio di circa 3000 MORTI, quel "FATE PRESTO"e "l'URLO del Presidente PERTINI" per fare una PROTEZIONE CIVILE, ancora migliorabile, e per cercare di avere, al prossimo SISMA, di ritorno sul luogo del delitto, i SOCCORSI tempestivi. 
Le fabbriche in montagna: un miraggio e tanti falsi investitori, contrariamente al Friuli del 76 che "prima le fabbriche" e poi i centri storici. Dopo la seconda, forte scossa capirono e nacque il miracolo economico del NordEst. 
Noi abbiamo ricostruito, "almeno i fortunati", in c.a. ed ora, (col ponte di Genova e con i viadotti in degrado), ci hanno detto che è a tempo. 
Forse siamo punto e a capo... 
Nuovo ESODO di giovani con moderni trolley al posto delle valige di cartone!?? 
Bisogna fermare ad ogni costo questo nuovo esodo, ripensare l'IRPINIA per onorare quei morti... Serve più Stato e meno speculazioni e affari, più rispetto delle vocazioni territoriali.
Nessun testo alternativo automatico disponibile".

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