rotate-mobile
Cronaca Sant'Angelo dei Lombardi

Racket dell’eolico, le intercettazioni: "Qualcuno c'ha infamato"

La vicenda è soltanto all'inizio

Due giorni fa vi abbiamo parlato dell’inchiesta sul racket dell’eolico che ha travolto l’Alta Irpinia e che ha portato all’arresto di cinque persone. Quest’ultime sono accusate di aver danneggiato gli impianti per fini estorsivi nei confronti degli imprenditori. Altri complici, però, sono finiti nel mirino degli investigatori. La sensazione è che la questione sia solo all’inizio. Questo è quanto emerso dall'ordinanza di applicazione delle misure cautelari firmata dal gip, Vincenzo Landolfi, su richiesta del sostituto procuratore, Fabio Massimo del Mauro. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri della compagnia di Sant'Angelo dei Lombardi, agli ordini del comandante Ugo Mancini, che ha portato avanti le indagini.  

Le intercettazioni dei protagonisti  

Ecco quanto affermato in alcune delle intercettazioni:

“Vi hanno infamato! Hai capito? E chi è che vi ha visto?" 

“Che ne so!" 

“Otto anni vogliono dare, ciascuno”. 

“Otto anni? E che se ne sono andati di testa?”. 

“Fratè...”. 

“E che sono queste cose qua?”.  

“Non lo so... poi se stavi tu, prende e ci portavano a tutti quanti....”.  

“E perché ci devono portare, scusa? Io non ho capito compà...”.  

“Fratello... qualcuno... c'ha infamato sicuro”.  

“E che deve infamare? Di che cosa devono infamare?.... Le chiacchiere? Cosa?”.  

“E... stanno i nomi nostri... come fanno a fare...”.  

La vicenda  

L’attività investigativa dell’Arma dei carabinieri, iniziata nel maggio 2017, ha consentito di accertare l’esistenza di un gruppo criminale che, dopo aver provocato gravi danni alle turbine eoliche, avanzava richieste estorsive ai vertici dei gestori delle relative società operanti in Alta Irpinia, minacciando ulteriori attentati. Le indagini, portate vanti dai carabinieri di Sant’Angelo dei Lombardi, sono state condotte con appostamenti, osservazione, monitoraggio con telecamere e mezzi tecnici ed intercettazioni telefoniche ed ambientali. 

Nello specifico, sono stati messi in stretto collegamento due eventi delittuosi, avvenuti a Bisaccia e Lacedonia, e che hanno interessato la stessa società. Nel primo caso, è stato danneggiato un trasformatore con una catena di ferro, nell’altro caso, invece, è stata danneggiata una pala eolica; quest'ultima è stata data alle fiamme. 

I particolari dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa con il Procuratore Rosario Cantelmo; che, in merito alla vicenda, ha affermato: 

"Ancora una volta, subiamo molto la presenza di questa pericolosissima criminalità proveniente dal foggiano. La criminalità locale è più gestibile quella che proviene dall’esterno è molto più feroce e preoccupante”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Racket dell’eolico, le intercettazioni: "Qualcuno c'ha infamato"

AvellinoToday è in caricamento