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Cronaca

Ospitalità profughi, scontro tra parroco e associazioni di volontariato

I cittadini di via Francesco Tedesco hanno protestato in modo pacifico esponendo lenzuola bianche ai balconi

Sull’accoglienza dei profughi ad Avellino Chiesa e associazioni schierate su fronti diversi. Ad accendere la miccia della polemica le dichiarazioni del parroco della zona Don Emilio Carbone, rilasciate al microfono di Ottavio Giordano dell’emittente tv Telenostra. Il segnale più forte è quello che è sotto gli occhi di tutti, Viviamo in un degrado spaventoso, decine e decine di famiglie che da 37 anni vivono nei tuguri dei prefabbricati pesanti a Rione Parco, da questo disagio c'è anche il disagio di famiglie e persone che non sono razziste che conosco e frequento e frequentano la chiesa e si adoperano per delle iniziative come l'accoglienza dei senzatetto. Queste famiglie si interrogano come mi interrogo anche io come si arriva ad una decisione del genere indipendentemente dal luogo dove vengono sistemati questi giovani. Accoglienza si, cento volte si, però con dignità , sia per quelli che accolgono. Se si invoca una accoglienza in una comunità, mi chiedo perché non sollecitare un confronto al di là della decisione legittima delle istituzioni. Perché non coinvolgere prima, perché sappiamo che questo problema ce lo porteremo per decine e decine di anni e quindi anche a noi tocca accogliere prima o poi queste persone che sono degne di ricevere questa assistenza"

Una difesa d’ufficio ai suoi concittadini che qualche giorno fa hanno protestato, in modo pacifico, esponendo lenzuoli bianchi ai balconi delle abitazioni.

Le parole di Don Emilio per le associazioni Dialoghi per il futuro, Città Aperta e il comitato Pace e Solidarietà di Avellino sono terrificanti.È ora di smetterla di giustificare l'ingiustificabile. Non si può fare finta di non vedere che in Italia ci sono organizzazioni politiche, sempre presenti nei salotti televisivi nazionali, che scientificamente alimentano il razzismo e lo scontro verso i migranti. E' un atteggiamento da irresponsabili, tanto più se perpetrato da esponenti della chiesa locale, dai quali invece ci si aspetterebbe che, in sintonia con il messaggio evangelico e con le indicazioni di Papa Francesco, dimostrassero maggiore attenzione per i temi dell'accoglienza e della solidarietà. Don Emilio Carbone, anziché agevolare, attraverso il dialogo, la risoluzione di un delicato e scottante problema quale quello dei rifugiati, esseri umani che fuggono via da drammatici contesti di guerra, ritorsioni e miseria, alimenta i pregiudizi e difende gli atteggiamenti di ipocrita intolleranza di alcuni abitanti di Corso Umberto e Via Francesco Tedesco”. 

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