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Cronaca

Villa bunker dei Cava, incredibile dietrofront del pentito

Il processo al clan di Quindici, oggi, ha visto un colpo di scena clamoroso e a dir poco inquietante

Nell’aula di Corte di Assise del Tribunale di Avellino sta avendo luogo il processo agli esponenti del clan Cava, storico clan attivo nel territorio di Quindici. Il processo in uge nasce in merito al danneggiamento e furto di beni dalla villa voluta nel 2004 dal boss Biagio Cava. 

Oggi è arrivato un inquietante colpo di scena: stando a quanto afferma l’assunto accusatorio, avvalorato, ovviamente, anche dalle approfondite e accertate indagini condotte dalla DDA, a seguito della confisca della villa di Cava, sita in via Nazionale a Pago del Vallo di Lauro e costituita da oltre 20 vani, avvenuta con la sentenza emessa dal Tribunale di Avellino in data 23 Luglio 2011, Cava Felicia e i suoi familiari avevano sottratto alcuni beni mobili presenti all'interno della villa, beni che, ovviamente, ormai erano divenuti proprietà dello Stato. 

Questa mattina, dinanzi al Tribunale di Avellino, Presieduto dal Dott. Roberto Melone, è stato il giorno del collaboratore di giustizia Acunzo Aniello, ex affiliato dei Cava. L'uomo era collegato in videoconferenza, trovandosi in regime di protezione in un posto secretato. 

Acunzo, in presenza anche del suo legale, ha risposto in maniera molto celere a tutte le domande postegli dal Procuratore della D.D.A., Francesco Soviero, riuscendo anche a ricostruire tutte le tappe fondamentali della sua affiliazione proprio al clan Cava; un legame criminale cominciato nel 2002, allorquando si recò a Lauro per portare le sue condoglianze al boss dopo il terribile fatto sanguinolento passato alla storia come la “Strage delle Donne”. Una carneficina in cui furono uccise la figlia sedicenne di Biagio Cava, Clarissa Cava, nonché la sorella di Biagio Cava, Michelina Cava, e Maria Scibelli. 

Il pentito, quindi, elemento chiave dell'accusa, ha iniziato a rispondere in merito al vano segreto che caratterizzava la villa bunker costruita nel 2004 ma, alla domanda del Procuratore in merito al danneggiamento e alle asportazioni verificatesi nella casa, ha risposto di non sapere nulla sull’argomento. Una risposta che, immediatamente, ha fatto calare un velo oscuro su tutta l'aula e regalando, di fatto, la vittoria ai legali degli imputati, l’Avvocato Raffaele Bizzarro e l’Avvocato Rolando Iorio. 

Il processo, adesso, riprenderà il 20 giugno 2018. In questa occasione, saranno sentiti altri tre testi dell’accusa. 

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