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Cronaca

Pressioni su De Luca, Vetrano rischia il rinvio a giudizio

I pm Corrado Fasanelli e Giorgio Orano hanno chiuso l'indagine nei confronti di sei indagati per il reato di induzione indebita a promettere utilità.  L'avviso è stato notificato, oltre che alla Scognamiglio e al coniuge, avvocato Guglielmo Manna, anche a Mastursi,Giuseppe Vetrano, ex coordinatore delle liste a sostegno di De Luca in provincia di Avellino nonché a Giorgio Poziello e Brancaccio, che secondo i pm avrebbero avuto un ruolo di intermediari

Si profila l'archiviazione della posizione del governatore Vincenzo De Luca nell'inchiesta della Procura di Roma sulle presunte pressioni esercitate dall'avvocato Guglielmo Manna, marito del giudice Anna Scognamiglio, per ottenere una nomina di prestigio nella sanità campana sfruttando il ruolo della moglie, giudice relatore di due procedure legate all'applicazione della legge Severino nei confronti del presidente della Regione. I pm Corrado Fasanelli e Giorgio Orano hanno chiuso l'indagine nei confronti di sei indagati per il reato di induzione indebita a promettere utilità.  L'avviso è stato notificato, oltre che alla Scognamiglio e al coniuge, avvocato Guglielmo Manna, anche a Mastursi,Giuseppe Vetrano, ex coordinatore delle liste a sostegno di De Luca in provincia di Avellino nonché a Giorgio Poziello e Brancaccio, che secondo i pm avrebbero avuto un ruolo di intermediari. 

Commenta l'avvocato Francesco Cedrangolo, legale di Manna: «La contestazione  avvalora l'assoluta insussistenza del fatto, perché la sacrosanta esclusione di DeLuca avrebbe dovuto necessariamente portare l'archiviazione del procedimento, dal momento che manca in un'ipotesi di induzione a dare o promette utilità il soggetto beneficiario dell'attività del pubblico ufficiale da un lato e unico legittimato a promettere dall'altro».

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Manna avrebbe fatto pressioni sulla moglie in relazione alla sentenza - che fu favorevole per De Luca - della prima sezione civile del Tribunale di Napoli - che «sospendeva la sospensione» dalla carica, bloccando così gli effetti della Legge Severino. Ciò allo scopo di indurre De Luca e gli esponenti dello staff a promettergli una importante carica dirigenziale nella Sanità campana. L'induzione sarebbe consistita da parte della Scognamiglio nel rappresentare a Vetrano e Mastursi - come scrivono i pm - l'esito incerto della causa e il suo ruolo decisivo per la decisione a favore di De Luca. La Scognamiglio - trasferita in seguito alla vicenda giudiziaria al Tribunale Napoli Nord - affermò di non conoscere assolutamente De Luca, Mastursi, e Vetrano e di non aver chiesto loro alcun favore per sé o per il marito.

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