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Cronaca

Neonati in incubatrice all'ospedale, genitori li vedranno da casa

L’iniziativa sarà potenziata con l’installazione di altre due webcam, è stata realizzata attraverso la presentazione e l’approvazione di un “Progetto di umanizzazione per le mamme dei prematuri”

Carezze virtuali a distanza per i bimbi prematuri che nascono all’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino. E’ stato attivato, all’interno dell’Unità Operativa di Patologia Neonatale e Tin, un sistema di videocamere che consente ai genitori dei piccoli di osservare sullo schermo i loro figli che necessitano di trascorrere un periodo medio-lungo in incubatrice. Due webcam sono state posizionate sopra altrettante incubatrici di terapia intensiva e vengono accese a orari concordati. I genitori del prematuro possono così osservare più volte al giorno il piccolo anche da casa, collegandosi a un pc o a un tablet e inserendo una password personale di accesso. 

    L’iniziativa, che a breve sarà potenziata con l’installazione di altre due webcam, è stata realizzata attraverso la presentazione e l’approvazione di un “Progetto di umanizzazione per le mamme dei prematuri”, finanziato dalla Regione Campania. Curato da Adriana Musto, responsabile del Settore Umanizzazione e Accoglienza dell’Azienda Ospedaliera “Moscati”, il progetto, oltre al sistema di webcam per i prematuri, ha consentito anche l’allestimento, sempre all’interno dell’Unità operativa di Patologia Neonatale e Tin,  di una sala di attesa per i parenti dei neonati e la consulenza di una psicologa, che, una volta alla settimana, incontra i genitori dei prematuri per offrire loro un supporto psicologico. Il progetto, infine, si articola anche in una parte teorica, che ha visto medici, puericultrici e infermieri del reparto impegnati in 80 ore di aggiornamento professionale su tematiche psicologiche legate all’emergenza pediatrica.

    «Il riscontro che stiamo avendo soprattutto relativamente al sistema di webcam – sottolinea Lucia Amatucci, direttore dell’Unità Operativa di Patologia Neonatale e Tin – è estremamente positivo. I genitori stanno manifestando grande riconoscenza per aver realizzato l’iniziativa, che rappresenta un unicum per la Terapia Intensiva. Ci sono sistemi simili in altri ospedali, ma mi risulta che la connessione remota sia con culle di neonati che versano in buona salute, e non con incubatrici di terapia intensiva. Il nostro obiettivo, invece, è quello di rendere meno difficili percorsi di assistenza più complessi, che comportano una separazione fisica tra il neonato e la sua famiglia. Una delle due coppie di genitori che stanno sperimentando il sistema risiede in provincia di Caserta e il fatto di poter guardare il loro prematuro, sebbene solo su un video, li fa sentire vicini al piccolo, gli regala la gioia di osservare la fisionomia del bambino, riduce la sofferenza di non poterlo ancora stringere tra le braccia, li conforta sul suo stato di salute».

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