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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Discariche non bonificate, quattro comuni irpini sotto indagine

Il provvedimento è scaturito da un'indagine della Guardia di Finanza ed ha riguardato quegli Enti che hanno ricevuto in Campania fondi per effettuare la riqualificazione

Stangata in arrivo per 48 sindaci e/o amministratori pro tempore di altrettanti Comuni della Regione Campania che non hanno provveduto a bonificare le discariche di rifiuti speciali individuate e sequestrate nel corso delle annualità che vanno dal 2007 al 2014. Il provvedimento è scaturito da un’indagine della Guardia di Finanza ed ha riguardato quegli Enti che hanno ricevuto in Campania, complessivamente la somma di oltre 27 milioni di euro per effettuare la riqualificazione ma poi, nei fatti non è stata eseguita. In questa elenco si trovano i comuni di Andretta, Villamaina, Rotondi e Monteverde.

Gli inviti a dedurre riguardano tre amministratori pubblici attualmente in carica: Francesco Ricciardi, sindaco di Monteverde ed ex responsabile unico per le bonifiche; Antonio Russo, neo sindaco di Rotondi, a cui le contestazioni sono state notificate in qualità dell’incarico ricoperto in passato di responsabile unico delle bonifiche; Stefania Di Cicilia, rieletta sindaco di Villamaina (anche per lei l’invito a dedurre riguarda l’incarico ricoperto in passato di responsabile unico delle bonifiche).

Tra i destinatari anche Massimo Menegozzo, ex commissario delegato per le criticità in materia dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati e di tutela delle acque superficiali della Regione Campania; Angelantonio Caruso, ex sindaco di Andretta; Ines Giannini, ex commissario prefettizio di Andretta; Luigi Antonio Scanzano, ex responsabile unico di procedimento ad Andretta; Maurizio Rosa, ex responsabile unico delle bonifiche di Monteverde; Bartolomeo Esposito, ex vice sindaco reggente di Rotondi; Gabriele Lanzotti, ex responsabile unico bonifiche di Rotondi; Michele Marruzzo, ex sindaco di Villamaina; e Giovanni Vuolo, ex responsabile unico di procedimento di Villamaina.

E' la conclusione della prima parte di una complessa inchiesta della Procura della Corte dei Conti per la Campania, il Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli ha quantificato un danno complessivo di oltre 27 milioni di euro, a carico di esponenti politici, dirigenti, funzionari della Regione e di vari Comuni interessati, procedendo alla notifica delle prime contestazioni. L’indagine erariale, coordinata dal Sostituto Procuratore Generale Donato Luciano, riguarda i rilievi mossi a più riprese dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea allo Stato italiano per non avere adottato le misure necessarie alla bonifica e messa in sicurezza di numerose discariche, mettendo gravemente a rischio la salute dei cittadini e arrecando gravi danni all’ambiente.

Si tratta di una violazione che riguarda complessivamente 200 discariche italiane non conformi alle direttive europee sui rifiuti (di cui 14 contenenti rifiuti pericolosi), di cui ben 48 sono ubicate in Campania. In particolare, l’Unione Europea ha condannato l’Italia a pagare una somma forfettaria di euro 40 milioni nonché penalità semestrali di euro 42.800.000,00, fino alla completa esecuzione delle relative sentenze di condanna della Corte di Giustizia. Al momento, lo Stato Italiano ha versato sui conti della Commissione europea la somma totale di € 113.200.000,00, di cui 27.414.083,20 Euro riguardanti le discariche presenti sul territorio campano.

Le somme richieste dalla Unione Europea, già peraltro anticipate dallo Stato italiano, sono attualmente in corso di recupero da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha avviato il procedimento di rivalsa nei confronti degli enti responsabili, individuati dal suddetto dicastero e dal Ministero dell’Ambiente nelle singole Regioni e nei Comuni. L’azione investigativa delle Fiamme Gialle, che prescinde dalle citate procedure ministeriali di recupero, è stata diretta a verificare se il predetto inadempimento potesse essere attribuito a comportamenti dolosi o gravemente colposi posti in essere dai soggetti che, presso gli Enti preposti, erano deputati alla gestione e alla soluzione della problematica in argomento.

La normativa nazionale, infatti, prevede un obbligo di messa in sicurezza, di bonifica e di ripristino ambientale in capo ai singoli Comuni territorialmente competenti e, ove questi non provvedano, in capo alla Regione. Al riguardo, le indagini sviluppate hanno consentito di accertare che i vertici degli Enti competenti non hanno adottato tutte le misure necessarie, sebbene la Legge fosse estremamente esplicita sull’attribuzione delle competenze e benché i progetti di bonifica fossero stati ampiamente finanziati dalla Regione Campania nel giugno del 2013, attingendo dalle risorse del POR Campania 2007/2013.

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