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Cronaca

Incendio Pianodardine, analizziamo nel dettaglio i dati sull'aria forniti dall'Arpac

I tecnici hanno avviato il monitoraggio di tutta l'area circostante il sito interessato dall'incendio, con riferimento in particolare alle sostanze organiche volatili presenti nell'aria: questo monitoraggio durerà minimo 48 ore

A seguito dell’incendio verificatosi presso l’azienda I.C.S. S.pA situata nella Zona Industriale del Comune di Avellino il 13 settembre dalle 13.45 circa, il personale del Dipartimento Provinciale ARPAC di Avellino, e’ immediatamente intervenuto presso il sito industriale interessato dall’ incendio, in località Pianodardine. I tecnici hanno avviato il monitoraggio di tutta l'area circostante il sito interessato dall'incendio, con riferimento in particolare alle sostanze organiche volatili presenti nell'aria: questo monitoraggio durerà minimo 48 ore. Inoltre, l’UOC Reti di Monitoraggio e CEMEC della Direzione Tecnica ARPAC, a partire dalle ore 17.00 del 13 settembre, ha installato e attivato, in prossimita’ dell’area ospedaliera di Avellino, un laboratorio mobile per misurare i valori di concentrazione degli inquinanti presenti nell’ aria. Ad Avellino sono poi sempre attive due stazioni fisse per il monitoraggio della qualità dell'aria situate rispettivamente in via Piave e in via D'Agostino, facenti parte della rete di monitoraggio regionale, i cui dati sono riportati, con aggiornamento ogni ora, sul sito ARPAC nella sezione "qualità dell'aria" al seguente link https://www.arpacampania.it/web/guest/55 Di seguito si riportano l’ estratto di mappa con posizione del sito di misura con laboratorio mobile e foto.

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Nella tabella riportata di seguito, con i dati rilevati nelle ore successive allo sviluppo dell’incendio, sono indicate le concentrazioni medie orarie di: idrogeno solforato, ossidi di azoto, monossido di carbonio, ozono, toluene registrate dalla strumentazione analitica, al fine di descrivere l’impatto dell’evento impatto sulla qualità dell’aria ad Avellino. Per quanto riguarda gli inquinanti PM10 e PM2,5 a causa della rilevazione giornaliera effettuata dal tipo di strumento, conforme alla normativa tecnica, installato sul laboratorio mobile, sarà disponibile il valore per la giornata successiva al verificarsi dell’evento cioe’ il 15 i dati del 14 settembre. Come si evince dallo schema sintetico, a partire dalle ore 18.00 della giornata del 13/09/2019 non si registrano superamenti dei valori limite normativi ai sensi del D.Lgs.vo 155/2010 e s.m.i.

dati-3Anche i dati acquisiti dalle stazioni fisse il 13 e 14 settembre non mostrano superamenti dei limiti di legge come si evince dai prospetti riportati di seguito per il 14 settembre, stazione di fondo di Avellino, in cui si vede che anche i valori orari di PM10 raggiungono al massimo 38 microgrammi mc a fronte di un limite giornaliero di 50. Per ulteriori dettagli si rinvia al sito www.arpacampania.it sezione qualita’ aria. 

Per ulteriori risultati relativi ai campionamenti effettuati e’ necessario attendere le determinazioni di laboratorio dei filtri, quindi con tempi di alcuni giorni. La prima interpretazione dei dati misurati, con concentrazioni non elevate di inquinanti nella citta’ di Avellino e’ che per tutta la giornata del 13 settembre e anche nelle ore notturne del 14, la bassa troposfera e’ stata caratterizzata da aria instabile, con venti moderati da ENE che, congiuntamente all’elevato calore con aumento di temperatura dell’aria causato dall’incendio stesso, hanno favorito la diffusione verso l’alto e la dispersione e quindi diluizione in un grande volume di aria dell’inquinamento originatosi.

Bisogna fare ulteriori approfondimenti

L’incendio accaduto ieri alla ICS di Avellino è un fatto assai grave e preoccupante. Un ennesimo attentato alla salute e alla vita dei cittadini e dei lavoratori. I contenitori plastici delle batterie per auto dovrebbero essere costituiti di polipropilene, la cui combustione non genera diossine (per l’assenza di cloro). La combustione ha sicuramente prodotto anidride carbonica, monossido di carbonio, idrocarburi policiclici aromatici, polveri e altri composti inquinanti. Non si può, tuttavia, escludere del tutto la formazione di composti delle famiglie delle diossine e dei furani poiché non si hanno certezze assolute su che cosa abbia preso realmente fuoco. In termini di qualità dell’aria il peggio dovrebbe essere passato. Ora si tratta di attendere i risultati delle analisi tese proprio a verificare la presenza nell’aria di microinquinanti organo-clorurati quali diossine e furani e, cosa altrettanto importante, verificare l’entità della presenza di inquinanti sulle matrici di suolo, di acqua e delle colture delle aree interessate dalla diffusione del pennacchio inquinante. Occorre continuare ad essere cauti e seguire le indicazioni della Prefettura.

Occorreranno nuove analisi

Ecco quanto dichiarato dal professor Giovanni De Feo, docente universitario originario di Serino, ideatore e promotore del progetto di educazione ambientale Greenopoli:

"Occorrerà accertare le cause dell’accaduto. Una cosa è certa: quanto è successo non doveva accadere sia che si tratti di un fatto colposo sia di un episodio di natura dolosa. Purtroppo viviamo in una terra in cui il rispetto delle regole è l’eccezione. Sono sempre gli altri che devono rispettarle. Le attività che non rispettano la sicurezza sui luoghi di lavoro andrebbero bloccate immediatamente. Il rispetto delle regole è il principio su cui si fonda la nostra società. GRAZIE di cuore ai Vigili del Fuoco e a chi quotidianamente fa il proprio lavoro rispettando le Regole". 

Noi, per farci aiutare nella lettura dei dati, abbiamo chiesto aiuto a Luigi Ammirati, studente magistrale in geologia e geologia applicata, nonché membro del FAI Giovani Avellino:

"Sicuramente un incendio di questo tipo ha un impatto gravissimo; dato che già l'incendio della plastica, l'unica cosa accertata, ha una tossicità notevole. E' normale che bisogna fare ulteriori approfondimenti. I dati Arpac pubblicati fino a questo momento devono essere ripetuti nei prossimi giorni perchè la nube deve decantare al suolo completamente e le centraline si devono ristabilizzare sui nuovi parametri atmosferici e bisogna capire quando termina la fase acuta". 

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