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Cronaca

Coronavirus, la lettera di Festa alla Regione e al Prefetto: "Rimettiamo il Maffucci in funzione"

Il sindaco di Avellino scrive a De Luca e Spena

Dopo aver annunciato, nella videoconferenza di ieri sera, la necessità di disporre dell'Ex Ospedale Maffucci per ospitare posti letto supplementari per pazienti affetti da coronavirus, il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, ha scritto al Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e al Prefetto di Avellino, Paola Spena, al fine di sollecitare le massime istituzioni pubbliche ad avviare l'iter per la riapertura della struttura ospedaliera sopracitata.

La lettera di Festa

"L’emergenza coronavirus che stiamo vivendo ci impone scelte rapide e determinate. I casi ad Avellino, ed in Irpinia, sono in continuo aumento e, dopo il focolaio di Ariano Irpino, c’è il forte rischio che la città ed il suo hinterland, anche alla luce degli ultimi casi positivi registrati tra il personale del 118 dell’Azienda Ospedaliera Moscati, siano costretti a vivere nei prossimi giorni la fase acuta del contagio. Ritengo, dunque, indispensabile ed improcrastinabile attrezzarci per fronteggiare quello che si annuncia come il periodo di maggiore criticità dell’emergenza che questa comunità vivrà. Per quanto attiene al mio ruolo, mi sto preparando a disporre altre misure restrittive, tassativi controlli e sto organizzando una serie di aiuti da erogare alla popolazione nei prossimi 30/45 giorni. L’auspicio è di non dover ricorrere a tutto quanto sto predisponendo, ma ritengo fondamentale e necessario farlo comunque, a tutela della salvaguardia della salute e della sicurezza della mia comunità. Preferisco lavorare per essere pronto ed attrezzato per affrontare una crisi che eventualmente fosse meno grave di quella attesa, piuttosto che farmi trovare impreparato se, invece, dovesse presentarsi nell’entità annunciata dai tanti segnali che stiamo raccogliendo. Dunque, il mio ruolo, ma ritengo quello di ognuno di coloro ai quali sto rivolgendo questa mia richiesta, ed il nostro grande senso di responsabilità, oltre che l’esperienza vissuta da altre realtà nazionali e non, ci inducono senza esitazione a prepararci ed attrezzarci per una fase di picco del contagio che metterà a dura prova il nostro sistema sanitario e la nostra capacità organizzativa di contrasto dell’emergenza. Pertanto, in questa delicatissima fase, chiedo alla Unità di Crisi ed, in particolare, al Governatore di determinare la rifunzionalizzazione della struttura che ha ospitato fino a pochi anni fa l’ex Ospedale Maffucci di Avellino. Tale edificio è di proprietà dell’Azienda Ospedaliera Moscati e può contare su circa 70 stanze, tutte dotate di servizi igienici interni, più numerosi altri locali, compresi quelli destinati a cucine. Potrebbe essere adibito ad ospitare i pazienti da sottoporre a quarantena obbligatoria per i quali è opportuno, se non necessario, non rimanere a casa, oppure potrebbe essere rimesso in funzione per la cura di pazienti risultati positivi al test. Naturalmente, nel primo caso occorrerebbe meno tempo per adeguare la struttura al suo utilizzo. Ad ogni modo riterrei una occasione persa non riqualificarla e metterla in funzione in questa fase emergenziale. Lo affermo convintamente da Sindaco, ma anche da cittadino che ritiene indispensabile ogni sforzo da parte delle Amministrazioni Locali al fine di farsi trovare pronte per il picco della fase di diffusione del contagio che avverrà nei prossimi giorni e che potremo fronteggiare solo attraverso una adeguata organizzazione degli interventi che richiedono la disponibilità di strutture, oltrechè di uomini ed attrezzature. Offro la mia piena e totale disponibilità al Governatore a collaborare, in qualsiasi ruolo e forma, anche straordinaria, al fine di attuare questa e tutte le ulteriori altre determinazioni che si dovesse decidere di intraprendere sul territorio comunale, e non, di Avellino, per contrastare I'emergenza. C’è bisogno di velocità di decisioni, di celerità di azioni e di determinazione nelle scelte. Ogni giorno che trascorre è un giorno a disposizione del virus per diffondersi, dunque non possiamo più esitare. Confidando nell’accoglimento della mia richiesta si inviano cordiali saluti”.

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