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Cronaca

Coronavirus, De Luca: "Qualcuno dovrà imparare che le lezioni bisogna apprenderle dal Sud"

Il Governatore ritorna sulle polemiche degli ultimi giorni, ma anche sulle regionali

"Siamo entrati pienamente nella fase 2 anche dal punto di vista del dibattito politico". Ne è convinto Vincenzo De Luca che, nel corso della videoconferenza tenutasi in data odierna, ha introdotto due argomenti di rilievo sul piano nazionale: ossia, il rapporto tra Nord e Sud e la data delle elezioni regionali che dovrà essere fissata a breve. E' proprio l'ultima questione che si configura, secondo il Presidente della Regione Campania, quale aspetto più spinoso e complesso da risolvere.

De Luca: "Al Sud abbiamo eccellenze mondiali, senza che ce lo dicano i giornali Usa"

Il Governatore della Campania ritorna sulla questione della riapertura che tiene banco, ormai, da qualche giorno: "La mia era un'osservazione in base all'aritmetica del contagio: ieri, a Milano sono stati registrati 1.073 nuovi contagi. Quindi, quando qualcuno al Nord dice che bisogna convivere con il virus perché non è possibile riaprire le attività quando saranno svaniti tutti i contagi, è un'affermazione assolutamente condivisibile. Ma si può convivere con il virus se il contagio si è ridotto in una situazione controllabile. Quando, invece, si hanno 1.073 contagi ogni giorno, bisogna combattere il virus, non convivere con esso".

Bando alle polemiche, dunque: "Spesso si guarda a noi meridionali solo per dare lezioni a noi. Qualcuno dovrà imparare che le lezioni bisogna apprenderle dal Sud. Qualcuno dovrà imparare, senza aspettare che ce lo dicano i giornali degli Stati Uniti d'America, che in qualche realtà del Sud ci sono delle eccellenze mondiali: come il "Cotugno", primo ospedale al mondo per efficienza operativa nei confronti del coronavirus, o il "Pascale", uno dei primi al mondo nel campo dell'oncologia, o la stessa Regione Campania in grado di realizzare un ospedale modulare in tre settimane. Ricordo che la nostra è la regione d'Italia che riceve meno soldi di tutte nel campo sanitario. Questo ci deve rendere ancora più orgogliosi per quello che stiamo facendo".

Sugli aiuti all'Italia: "Resta sullo sfondo la palude burocratica"

In relazione alle vicende europee, De Luca precisa: "Il dibattito si sviluppa tra chi è convinto che è possibile contrattare con l'Ue una linea di credito importante e chi ritiene che l'Italia debba avere in regalo un centinaio di miliardi a fondo perduto. A me sembra che stiamo perdendo tempo, perché soprattutto quando si tratta di miliardi di euro, nessuno li regalerà. Quello che può ottenere l'Italia è una linea di credito, nell'arco di 10-15 anni, e a tasso zero".

Ma ciò che resta sullo sfondo, secondo il Governatore, è la realtà demenziale della palude burocratica nel nostro Paese: "Se l'Unione Europea ci desse domani 500 miliardi di euro a fondo perduto da spendere, in Italia non saremmo in grado di spenderli. E' questa la situazione drammatica dell'Italia: non abbiamo ridotto la burocrazia, ma lo Stato italiano, la burocrazia si mangia il Paese e nessuno è in grado di mettere mano a questo nodo, un problema che ci trasciniamo da anni".

Sulle elezioni regionali: "Decisione a fine maggio con il Ministero della Salute"

Sulle regionali, infine, De Luca non si scompone: "La data va concordata con il Ministero della Salute. Se non ci sono condizioni di sicurezza, non si può votare. Se si dovesse votare a fine luglio, probabilmente non avremmo grandissimi problemi, nel senso che, nelle Regioni dove è più vasta l'epidemia, non devono andare a votare o hanno già votato. Io credo che sarebbe ragionevole prendere una decisione a fine maggio insieme al Ministero. Vediamo com'è la situazione a fine maggio, ritengo che l'ultima settimana di luglio sia utile per andare a votare".

E se, per quella data, la situazione sarà ancora incerta? "Il problema, a quel, punto, sarà molto più grave. Il 20 settembre dovrebbero aprire le scuole, per andare a votare bisogna presentare le liste un mese prima e raccogliere le firme dieci giorni prima della presentazione delle firme. Bisogna fare comunque una sanificazione al termine delle votazioni. Realisticamente, si va a ottobre: dovremmo iniziare l'anno scolastico, poi chiudere le scuole, fare le elezioni ed effettuare la sanificazione, tenendo chiuse le scuole per altri giorni. A ottobre, secondo alcuni esperti, potrebbe arrivare una nuova ondata di coronavirus. Rischiamo, quindi, di trovarci in una situazione complicata e non possiamo tenere le regioni dentro a un guado".

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